Un ritrovamento di immenso valore archeologico, fatto domenica 10 gennaio da alcuni residenti della zona cosiddetta “La Toscana”, nel Comune di Santa Marinella. Si tratta di una colonna in travertino, semi sommersa, con alcune iscrizioni latine. Immediatamente il personale dell’Ufficio Locale Marittimo di Santa Marinella è intervenuto sul posto, al fine di accertare la veridicità della segnalazione. Avuta la conferma da parte di funzionari della Soprintendenza archeologica di Roma che si trattava di un reperto di grande rilievo storico, i militari hanno attivato le procedure necessarie per tutelare il bene ritrovato ed organizzare, sotto la supervisione dei funzionari della Soprintendenza stessa, le attività di recupero a cura del Comune di Santa Marinella.
Le operazioni di recupero
Le operazioni hanno avuto inizio lunedì 11 e si sono protratte fino al tardo pomeriggio di martedì 12. A seguito della rimozione, l’importante reperto archeologico è stato trasportato e depositato all’interno dell’Antiquarium del Castello di Santa Severa. La Soprintendenza ha precisato che la mareggiata degli scorsi giorni ha permesso di aggiungere un importantissimo tassello per la conoscenza delle vicende storiche del territorio di Santa Marinella e dell’Italia romana. Grazie al senso civico dei ritrovatori è stato infatti recuperato uno dei rarissimi miliari della antica via Aurelia romana, strada del III sec. a.C., che ne ricorda un rifacimento dell’età dell’imperatore Tito, nel 79 d.C. Il miliario, una imponente colonna in travertino alta 180 cm e del diametro di 60 cm, era posto originariamente ai lati della strada, di cui era stato intercettato il lastricato a poche decine di metri dal luogo del rinvenimento in occasione di scavi per la posa di un cavidotto, e ricorda la distanza del punto a 37 miglia da Roma (circa 54,700 km).
L’episodio di Santa Marinella conferma ancora una volta come la consolidata collaborazione tra Soprintendenza e Guardia Costiera dia sostanza e concretezza alle funzioni riconosciute al Corpo delle Capitanerie di porto sin dal 1989 per la tutela del patrimonio storico, artistico e archeologico sommerso, così prezioso in un territorio tanto ricco di storia.