Operatori CUP in rivolta e sciopero fissato per il 21 settembre. Dopo l’incontro di ieri in Regione, i lavoratori fanno sentire la loro voce. “Siamo del tutto insoddisfatti dei risultati dell’incontro di ieri tra Regione Lazio e Sindacati per la posizione espressa dall’amministrazione regionale che conferma di voler condurre a scadenza una gara che espone al caos il servizio sanitario regionale e getta nel panico migliaia di famiglie – hanno dichiarato attraverso una nota ufficiale – Ieri, dopo due ore di consultazioni, i rappresentanti della Cabina di Regia della Sanità della Regione Lazio (il segretario generale della Regione Andrea Tardiola e l’assessore regionale al Lavoro Lucia Valente) hanno infatti confermato la determinazione della Regione a condurre la gara alla scadenza del 21 settembre senza apportare alcuna modifica al bando, incluso rivedere il taglio delle ore di lavoro. Unica concessione, “la disponibilità ad aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali – come ha comunicato la Regione Lazio con una nota rilasciata dopo la riunione -chiedendo la presenza di Anac, poiché il nuovo bando fa parte di quelli esaminati dall’Autorità Anticorruzione”. Una beffa a fronte della mobilitazione di lavoratori: più di 500 di fronte alla Sede Regionale di via Rosa Raimondi Garibaldi e nelle sedi di lavoro, dove, durante l’assemblea, l’astensione dal lavoro ha toccato una media dell’80% con picchi fino al 100%”.
La mobilitazione è stata sostenuta anche da tanti cittadini, con oltre 5000 firme in un mese su change.org e oltre 2500 su carta, raccolte con l’obiettivo di portarne sulle scrivanie della Pisana almeno 10.000 prima del 21 per chiedere la revoca del bando e nuove regole a tutela dei diritti dei lavoratori.
“La posizione della Regione Lazio – proseguono i lavoratori – è inaccettabile e può avere una sola risposta: Sciopero! CGIL, CISL e UIL, che hanno condotto la trattativa, si sono dichiarati altrettanto insoddisfatti e hanno deciso di proclamare lo sciopero generale del servizio per il prossimo 21 settembre, in coincidenza con la scadenza del bando: inevitabile in assenza di risposte sulla tutela dei diritti dei lavoratori dei Cup. Prendiamo atto che la chiusura di oggi ad ogni nostra richiesta e, di fatto, ad ogni trattativa, evidenzia la drammatica necessità di lottare con ancora più forza e determinazione per raggiungere i nostri obiettivi.
Ribadiamo che l’interesse principale che ci guida è la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori delle imprese esterne dei Cup delle Asl e delle AO. Siamo convinti, come testimoniano le tante firme raccolte, che la nostra lotta sia anche nell’interesse dei cittadini, contro altri tagli alla sanità pubblica in termini di servizi dopo quelli degli ultimi anni. Siamo consapevoli che per essere forti occorre essere uniti e, per questo, sebbene apertamente critici rispetto ai risultati ottenuti con l’incontro di oggi, rinunciamo allo sciopero ad oltranza proclamato a partire dall’8 settembre e convergiamo con i sindacati sulla data del 21 settembre per uno sciopero generale unitario”.
“A Zingaretti e Cantone – concludono i dipendenti – chiediamo da che parte stanno e quali interessi tutelano? Chiediamo inoltre loro se non è sufficiente la degenerazione di mafia capitale che ha lambito tutti i livelli di tutte le Istituzioni locali e nazionali, veder morire ogni giorno che passa la nostra economia, il degrado sociale, la disoccupazione dilagante, la decadenza dei servizi al cittadino cui assistiamo… La lotta per noi è appena iniziata e non ci fermeremo: a partire dal prossimo 21 settembre non faremo sconti a nessuno!”.
Sanità, operatori CUP in rivolta: si prevedono disagi per i cittadini
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