Al convegno sono stati invitati tutti i candidati alla poltrona di Sindaco, ai quali i medici volevano far presenti le difficoltà della categoria e, nel contempo, esporre le loro proposte di soluzione, chiedendo quale contributo potesse dare il prossimo Sindaco di Pomezia alla loro iniziativa. La serata è iniziata con il tentativo di illustrazione del piano di rientro dei debiti della Regione Lazio nei confronti della sanità. Debiti da capogiro, che, se da una parte hanno costretto la Regione a fare tagli estremi per ridurre le spese ed appianare il disavanzo, dall’altra hanno messo in una situazione critica i medici generici, che si vedono costretti ad acrobazie a volte impossibili per far quadrare un bilancio assai magro. Senza entrare nel merito della parte tecnica, economica e scientifica del dibattito, sulla quale torneremo in un secondo tempo, la cosa che più ha lasciato stupiti i presenti è stata la reazione, dopo appena pochi minuti dall’inizio della presentazione fatta dalla dott.ssa Maria Corongiu, della candidata Maricetta Tirrito, che ha visto nell’iniziativa una speculazione atta a screditare il lavoro fatto dalla Presidente della Regione Renata Polverini – della cui lista la Tirrito è rappresentante – per risanare il bilancio in materia di sanità. “Se lei non ha capito la legge – ha esordito la candidata interrompendo la presentazione – forse sarebbe stato meglio che se la fosse fatta spiegare prima di proporla ai presenti. Sarebbe bastato chiedere delucidazioni a chi è competente in materia e forse tutte queste sue incertezze sulle tipologie di intervento fatte dalla Regione non ci sarebbero state. Non so perché ci avete invitati, ma se questo dibattito deve essere una critica al lavoro della Regione, io me ne vado. La legge deve essere illustrata senza i suoi commenti”. A nulla sono valsi i tentativi di scuse da parte dalla mortificata dott.ssa Corongiu, la quale cercava di spiegare che il dibattito serviva proprio per capire la parte politica di quello che invece è un mestiere completamente diverso. Maricetta Tirrito, seguita a ruota da Luigi Celori, che nel frattempo ha precisato che lui sarebbe stato disponibile a dare tutte le spiegazioni necessarie prima del dibattito, avendo ricoperto il ruolo di presidente della commissione sanità proprio in Regione, ha lasciato la sala lasciando interdetti gli organizzatori dell’incontro. L’uscita dei due candidati ha fatto scendere il silenzio nella sala, seguito poi da un brusio incontrollabile, cessato solo quando la dott.ssa Corongiu, rinnovando le sue scuse per quello che ha definito un equivoco, ha ripreso la presentazione, senza più commentare, ma solo fornendo i dati delle slide che venivano trasmesse sullo schermo. “Per noi era importante avere un riscontro da parte di tutti i candidati, ai quali volevamo dare sia il polso reale della situazione sanitaria a Pomezia, sia la nostra disponibilità ad alternative che ottimizzino il servizio medico, alleggerendo il lavoro della clinica S. Anna, che non può più reggere il peso di 110 mila abitanti d’inverno, che d’estate arrivano a superare le 500 mila persone – hanno spiegato gli organizzatori – ma evidentemente il nostro intento non è stato ben recepito. Se il piano di rientro non è stato da noi capito è perché le spiegazioni non ci sono state fornite: per questo abbiamo organizzato il dibattito, per parlarne con le persone che ci amministreranno per i prossimi 5 anni”. La parola è poi passata, a turno, ai candidati rimasti in sala, a partire dal sindaco uscente Enrico De Fusco. “Non vedo in questa riunione una speculazione politica, perché i medici non si sono mai schierati in passato: quando è stato il caso di picchiare duro, come stanno facendo ora, lo hanno fatto anche se a presiedere la Regione Lazio c’era Marrazzo. L’argomento che si sta trattando è invece di enorme interesse soprattutto in questi giorni in cui le sorti della Clinica S. Anna sono state messe in discussione dalla Asl. Proprio questa mattina ho incontrato il direttore della Asl, dott. Cipolla, per fissare per martedì 3 maggio un incontro urgente tra la stessa Asl, la proprietà della clinica ed i sindaci dei Comuni interessati , quindi Ardea e Pomezia, nel mio ufficio, per capire una volta per tutte da che parte sta la ragione. Già nel 2008 era stata fatta una battaglia, quando era stata revocata la convenzione. Il problema sembrava rientrato: addirittura nel marzo 2010 era stata fatta una nuova delibera per il Progetto Anchise, che andava ad integrare i servizi offerti dalla clinica S. Anna, togliendo così l’intasamento del Pronto Soccorso dovuto agli accessi dei codici bianchi e verdi. Questo significava che la Regione, così come la ASL, riconoscevano la validità delle autorizzazioni del S. Anna. Ma a quanto pare le cose non erano proprio così, quindi è dovere del Sindaco intervenite. La salute è un bene da tutelare ed è proprio il Primo Cittadino, in quanto massima autorità in materia di sicurezza sanitaria, a doversi muovere in prima persona”. De Fusco ha quindi dato tutto il suo appoggio alla FIMMG per il presente e per il futuro, cosa fatta anche dagli altri candidati rimasti, come Fabio Fucci, che ha sposato il progetto dei medici di famiglia confermando che una proposta simile alla loro fa già parte del programma elettorale elaborato insieme ai cittadini e sostenendo che la cura migliore è la prevenzione, che deve puntare anche sul controllo di aria ed acqua (soprattutto per quanto riguarda il Radon e l’arsenico), per evitare malattie future. “Voi siete i medici e potete darci le indicazioni da seguire. Noi, da amministratori e da cittadini, possiamo solo ascoltare chi è più esperto di noi nei vari settori, quindi ben vengano iniziative come questa”, ha concluso Fucci.
Un po’ fuori tema è andato Massimo Ciccolini, che ha spiazzato i presenti dando la colpa della cattiva sanità vissuta a Pomezia a chi ha amministrato la città per gli ultimi 40 anni ed invitando i presenti, come cittadini ma soprattutto come medici, a votare per chi non a contribuito a questo disastro, ma per gente nuova, per cambiare le cose e “curare questo malato che si chiama Pomezia”.
Giorgio Puggioni, dissociandosi dai suoi colleghi del centrodestra e specificando di essere del grande polo di centro, è rimasto fino alla fine del dibattito per dare il suo contributo e la sua disponibilità ad un dialogo “che non deve fermarsi ad un incontro ogni 5 anni, ma deve essere continuo, per portare risultati concreti e migliorare le condizioni sanitarie di un Comune che non può reggersi ancora in modo così precario”. “Io non sono medico, né tecnico, né chimico – ha dichiarato Puggioni – quindi lascio a voi il compito di suggerire le soluzioni migliori, perché saprete farlo sicuramente meglio di chi di mestiere fa altro Ovviamente i progetti presentati dovranno poi essere esaminati dall’amministrazione, per verificare se sono economicamente compatibili con quanto il Comune può fare”. A concludere il dibattito Alba Rosa, che per prima cosa ha reputato inopportuna e propagandistica la vicenda del S. Anna. “Credo che creare un allarmismo “ad arte” 15 giorni prima delle elezioni sia stato solo un modo per far fare passerella elettorale. Questa serata invece mi pare costruttiva, perché chi si propone di fare il Sindaco ha il dovere di sapere, almeno a grandi linee, che cosa dovrà fare e tutelare la salute pubblica è uno dei doveri del Primo Cittadino. Ascoltare la voce dei protagonisti di questo settore è quindi utilissimo per chi di questo sa poco o nulla. Essere o meno d’accordo con le scelte della Regione non deve far influire sul problema di fondo, che è quello della tutela del malato, che potrebbe essere risolto anche con progetti come il vostro, visto che la “cura” fornita dalla Regione è sì necessaria, ma talmente rigida da rischiare l’effetto contrario, ossia il peggioramento e non la guarigione del malato, inteso come sistema. Il progetto Anchise mi sembra molto valido, quindi un rapporto proficuo tra medici e amministrazione è sicuramente da condividere attraverso un dialogo che faccia anche capire in che modo il Comune deve entrare in questa iniziativa”. Non c’è il commento del candidato Francesco Cefalo, in quanto assente sin dall’inizio.