Emilia Romagna. Dopo il disastro natura accaduto di recente nella regione, ci sono all’incirca 100mila tonnellate di rifiuti che si sono accumulate tutti in una sola volta a causa dell’alluvione. Parliamo della produzione di circa 10 mesi. E, ora, dopo che il trauma ha lasciato i suoi strascichi, quanto ci vorrà per poter ripulire completamente le zone e le aree della Romagna che sono state colpite più fortemente?
Roma, centinaia i volontari in partenza per l’Emilia Romagna per aiutare gli alluvionati
Oltre 10 mesi di rifiuti in un solo colpo in Romagna
Una domanda non da poco, perché se è vero che il peggio è passato, è anche vero che ora bisogna fare i conti con i danni che si è lasciato dietro di sé. La risposta, però, è arrivata proprio di recente. Raggiunto dai microfoni de Il Corriere della Sera, Andrea Ramonda, amministratore delegato di Hera Ambiente, la controllata che gestisce tutto il trattamento dei rifiuti, ha dichiarato: ”Circa due settimane per la pulizia e lo sgombero dei rifiuti dalle strade delle città. Poi in un mese e mezzo liberiamo le aree di primo stoccaggio. Ci vorranno 4-6 mesi per smaltire il cumulo totale dei rifiuti: parliamo di 100 mila tonnellate di rifiuti, che equivalgono alla raccolta di dieci mesi in quelle aree”. Insomma, la situazione si appresta a ritornare lentamente verso la normalità, grazie anche ai profondi sforzi della popolazione e dei volontari della Protezione Civile. Ma c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto nella provincia di Ravenna, Faenza-Forlì dove alcuni Comuni sono ancora immesi nell’acqua, non ancora completamente drenata.
La task force per la raccolta dopo l’alluvione
Insomma, si continua a lavorare sodo. Al momento, Hera Ambiente ha schierato una vera e propria task force che lavora sul campo 24 ore al giorno, ed è composta da un migliaio di persone operative e oltre 250 mezzi, tra i quali autospurghi, motopompe e idrovore. Le aree di stoccaggio dei rifiuti – che comprendono anche elettrodomestici e mobili vari di diversi appartamenti e villette raggiunti dalle acque – sono 60 al momento. Il comune le ha individuate per effettuare la prima fase dello stoccaggio stesso. Sempre Ramonda ha spiegato: ”Poi li trasferiamo in 4-5 aree individuate come secondo stoccaggio (piazzali liberi che abbiamo attrezzato) che sono recintate. Le nostre macchine tritarifiuti sono già sul posto. Qui nel tempo ridurremo il volume per poi poter conferire i resti dei rifiuti in discarica o nei termovalorizzatori. Devo anche dire che stiamo ricevendo molta collaborazione da parte delle altre multi-utility e anche da aziende private del settore”.