Roma. La situazione sulle banchine del Tevere sta ponendo seri problemi ai cittadini capitolini, accrescendone l’apprensione per quella sembra essere una situazione davvero al limite. Troviamo di tutto, da quelle parti: baracche improvvisate, materassi, vestiti stesi, sedie, rifiuti e oggetti di ogni tipologia. Il tutto a pochissimi metri otto l’Ara Pacis, coperti dai ponti nel cuore della Città eterna.
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Roma, degrado sul fiume Tevere: situazione insostenibile
La visione di un panorama così fatto – uno dei luoghi più visitati da parte dei turisti, tra l’altro – è certamente preoccupante. Un vero e proprio sfregio a ciel sereno alle bellezze di Roma, ma anche motivo di preoccupazione ed apprensione, soprattutto per le condizioni in cui si ”vive” da quelle parti. Si tratta di una situazione che va avanti da anni in questo modo, con un certo tasso di disinteresse da parte di chi, invece, dovrebbe provi rimedio, o comunque iniziare ufficialmente un percorso di ripristino e riqualificazione della zona. Anzitutto trovando altre sistemazioni alle persone che vivono in quelle condizioni, assolutamente precarie e disumane, e poi restituendo decoro e bellezza ai luoghi in questione, i quali fin troppo spesso rasentano un certo degrado. Inoltre, poi, anche risalendo in superficie, affacciandosi sulla strada, la situazione non migliora di molto. Anzi, a dirla tutta, non è per nulla ottimale: immondizia e sporcizia ovunque, cantieri abbandonati, caos, traffico e parcheggi selvaggi rigorosamente in doppia fila.
Un problema da risolvere
Sulla questione è intervenuta di recente anche Viviana Di Capua, presidente dell’Associazione abitanti centro storico, dichiarando: ”È drammatico è vedere tutti quei poveretti accampati con i cartoni, i palazzi abbandonati, tutta un’area lasciata a se stessa, e tutto questo va a incidere sulla sicurezza. Non ci può essere bellezza nel deserto del degrado: se vogliamo essere pronti per il Giubileo del 2025 bisogna muoversi oggi”. Come anticipato, si tratta di un degrado che riguarda soprattutto le banchine del fiume, le quali, almeno in teoria, dovrebbero essere percorribili: ”Sopra ci sono percorsi automobilistici sovraccaricati, sotto è il territorio spesso dimenticato e abbandonato. Le due cose dovrebbero essere curate e valorizzate insieme”, conclude Di Capua.