È talmente antico e prevedibile che quasi non ci casca più nessuno, salvo qualche anziano o giovanissimo sprovveduto. Si tratta della classica truffa dello specchietto. Un’auto, con lo specchietto già danneggiato, fa in modo di accostarsi, o farsi superare, da un’altra vettura e poi scatta l’inganno. Un sasso colpisce l’auto del malcapitato che crede così di aver urtato lateralmente lo specchietto dei truffatori. Dopodiché scatta la richiesta ‘bonaria’ di risarcimento senza coinvolgere le assicurazioni. Di solito succede presso strade isolate, lontano da eventuali testimoni e a Roma è molto diffusa, anche se sono sempre meno quelli che ci cascano. Come racconta Lorenzo, che al Messaggero ha affidato la sua disavventura.
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Il tentato raggiro in via Ettore Romagnoli
Sabato scorso in via Ettore Romagnoli due individui, un uomo e una donna, hanno tentato di truffare Lorenzo, un insegnante di storia e filosofia presso il convitto nazionale. Intorno alle 10.30 nei pressi degli studi Rai, il giovane era in auto proseguendo in direzione Nomentana, quando ha scorto un’altra vettura camminando alla sua destra lentamente. “La supero con calma e poco dopo sento un forte botto“, dice riferendosi al finto urto determinato dal lancio di un sasso sulla carrozzeria. “Vado avanti ancora per qualche metro e attendo che la macchina mi raggiunga. Ero sicuro che le distanze fossero giuste e quindi di non aver scontrato nessuno“, prosegue. Alla guida della macchina un uomo robusto con occhiali da sole e una donna sul lato del passeggero, di etnia rom. Si avvicinano a Lorenzo apostrofandolo così: “Ora ci accostiamo al lato e la risolviamo in maniera civile“.
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L’epilogo
Il docente, talmente era apparentemente pacifica l’affermazione dei due, per un attimo ha creduto davvero di aver determinato un sinistro. Ma il dubbio dura poco, e realizza subito di trovarsi di fronte all’ennesima messinscena truffaldina. “Non sono sceso dall’auto ma ho detto ai due di risolvere la questione presso il Commissariato di zona“. Così, senza dire altro, i due malviventi sono risaliti in macchina e sono fuggiti.