Era il 15 gennaio del 2021 quando Genoveva Ciurea morì dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale. I dati oggettivi, come i segni e le ecchimosi più volte registrati sul suo corpo, raccontano una storia di violenza perpetua per mano del marito. Così come le testimonianze raccolte a caldo e poi in Corte d’Assise. Violenze fisiche e psicologiche che hanno coinvolto anche la figlia della coppia rumena. Lei sarebbe morta in differita, a causa dei colpi del 38enne.
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Violenza fisica, morale e psicologica
F.C. di fronte al giudice ha escluso di averla presa a calci e pugni. Dice che nemmeno riesce a chiudere la mano a causa di una patologia pregressa, ma ammette qualche schiaffo. Ma di schiaffi non si muore. Sul corpo della donna, quando è stata soccorsa in quell’inverno, c’era un enorme livido sull’addome. Partiva dal ventre e si estendeva fino alla schiena. Poi ancora ecchimosi sulla fronte, gli occhi tumefatti. La Procura è certa; è stato il marito. Gli atti in mano al Pm raccontano come l’uomo sia finito a processo per le botte reiterate; calci, pugni, strattoni fino a farla cadere. E che queste lesioni, in concorso con altre patologie scoperte durante l’esame del medico legale, abbiano portato alla morte. Per i magistrati è evidente il contesto di violenza fisica, morale e psicologica. Il 38enne si sarebbe anche fatto versare sul suo conto il denaro del salario della moglie, le impedica di avere app di messaggistica sul cellulare. Minacciava di dare fuoco alle sue cose, anche alla casa degli anziani genitori. La figlia della coppia ha solo nove anni e avrebbe assistito a quelle scene meschine.
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Le testimonianze
Tra tutte quelle dell’operatore del 118 che ha soccorso per primo Genoveva. Poi gli ex coinquilini. Il soccorritore in udienza ha spiegato e descritto le ferite. Dice che la donna era lucida, ma silenziosa e che però ha raccolto la storia del capodanno del 2021. Durante il quale lui avrebbe voluto fare sesso e al rifiuto della moglie si sarebbe scatenata la furia. Un ex coinquilino racconta dei pestaggi in casa, che provava a calmarlo, ma che poi a un certo punto doveva fermarsi per paura che lui pensasse ad una relazione clandestina. Lei si copriva i segni col trucco. Secondo un’altra che conosceva la coppia ha spiegato che Genoveva era terrorizzata dalla possibilità che lui le portasse via la figlia. Cosa che ha fatto successivamente per un periodo, portando la bimba con sé in Romania. Tra i capi d’accusa, infatti, c’è anche il reato di maltrattamenti in famiglia.