Roma. La sfilata di Valentino nella Capitale non è stata di certo un evento da poco: una cerimonia esclusiva, a numero chiuso, alla quale si poteva accedere solamente mediante un invito ufficiale. Inutile sottolineare che nessuno degli invitati era un comune mortale.
Chiunque non fosse una celebrità, era automaticamente escluso. Il resto del mondo si è dovuto accontentare di seguire lo show attraverso una diretta social. I più temerari si sono appostati alle transenne cercando di mimetizzarsi nella calca.
Gualtieri e la soddisfazione per Valentino
Intanto, però, Roma si è data una bella sverniciata dal punto di vista mediatico, e il turismo non ha potuto se non beneficiarne. Per questo il primo cittadino si è detto entusiasta dell’iniziativa: “Siamo orgogliosi di presentare questo evento straordinario, che è molto più di una sfilata di moda – le parole del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri – Dopo tanti anni Valentino torna finalmente a Roma e per questo abbiamo voluto una cornice unica. Uno dei luoghi più iconici della nostra città, che ha fatto la storia dell’alta moda in Italia e nel mondo. Un modo per celebrare il legame tra la città e la maison, che proprio qui è nata e ha mosso i primi passi”.
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Roma: una città per pochi ricchi e vip
Tuttavia, non è ancora questo il punto. Bella la sfilata, bello l’evento, belle le parole di Gualtieri. Ciò che è meno bello è che mentre uno degli stilisti più apprezzati a livello mondiale nel settore dei marchi di lusso può disporre della scalinata per organizzare il suo show di punta, Trinità dei Monti rimane tassativamente interdetta – tutti i girni – a chiunque voglia sedersi per godere con calma delle bellezze di Roma.
Il Regolamento della Polizia Urbana
Il comune mortale che lo fa, anche solamente per sbaglio o automatismo, viene accusato di ‘bivaccare’ e rischia una multa che va da 150 ai 400 euro. La regola è stabilita dal Regolamento di polizia urbana, approvato nel 2019 dalla giunta guidata da Virginia Raggi. Chi si vuole riposare è costretto a farlo sedendosi nei bar del centro di Roma, dove prendere un caffè o un cappuccino può costare fino a dieci euro. Una vera e propria trappola, dunque.
I comuni mortali a Piazza di Spagna
Per non parlare del pranzo, o altro. E la solita scusa del bicchiere d’acqua non è nemmeno contemplabile, perché o costa molto più di un caffè oppure niente, perché qui si vendono solamente bottiglie e bottigliette che fanno rimpiangere i nasoni. Ovviamente, di panchine neanche l’ombra. Chi lavora nei negozi di via Frattina, via del Corso, via del Babuino, deve tassativamente mangiare il pranzo da casa lontano da occhi indiscreti. Non bisogna farsi vedere dai turisti, soprattutto quelli ricchi.
Arte e bellezza ”riservati”
Sembra quasi che il Regolamento della polizia urbana voglia a tutti i costi nascondere i poveri o i meno abbienti dal centro di Roma, spacciando la manovra per ”decoro” urbano. Per tutti loro, Piazza di Spagna è un tempio sacro in cui non è possibile neppure appoggiarsi momentaneamente. Mentre, invece, i vip posso svolgervi tranquillamente le loro cerimonie private, ”affittando” la storia e l’arte. Una città in cui l’arte e la bellezza diventano sempre più elementi a disposizione di pochi abbienti individui.