Salta il progetto di un maxi-parcheggio a piazza del Risorgimento a Roma: era fortemente voluto dalla premier Meloni per il Giubileo.
Salta definitivamente il maxi -parcheggio che sarebbe dovuto sorgere nel Centro di Roma per il Giubileo. Parliamo di quello che sarebbe stato creato a piazza Risorgimento, in altre parole a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, i Musei Vaticani e soprattutto nei pressi di Castel Sant’Angelo e il Lungotevere. Se i tempi erano già brevi per edificarlo, le speranze di vederlo aperto nell’Anno Santo sono completamente tramontate in queste ore.
Salta il maxi-parcheggio di Roma per il Giubileo
Il progetto era fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni, che aveva incluso i costi della costruzione all’interno del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri a giugno scorso. Una struttura che il governo riteneva “essenziale e indifferibile”, considerato come avrebbe ospitato le automobili dei pellegrini per visitare la Città Eterna durante il Giubileo e risolvere l’annoso problema dei posti auto dentro il quadrante di Prati.
La diatriba con il I Municipio di Roma Capitale
Se il progetto vedeva i favori del Governo, non erano dello stesso parere i membri della Giunta in I Municipio. Come fatto notare dall’assessore Adriano Labbucci a La Repubblica, l’apertura di una simile struttura avrebbe rimosso la pedonalizzazione di piazza Risorgimento. Tutto questo mentre, a distanza di pochi metri, il Comune di Roma sta lavorando per rendere riservata ai pedoni piazza Pia sotto Castel Sant’Angelo.
Cosa prevedeva il progetto di piazza Risorgimento
Il progetto di un maxi-parcheggio a piazza Risorgimento già vedrebbe dei preventivi di circa 30 milioni d’euro. Soldi che avrebbero dovuto investire i privati per rendere un servizio alla città sotto il Giubileo e gli anni a venire, con una struttura che ospiterebbe più di 390 posti auto. Un investimento che arriverebbe a costare 32 milioni di euro, ma che oggi vedrebbe forti resistenze da parte della Giunta guidata dalla presidente Lorenza Bonaccorsi. Una situazione che, a questo punto, mette un interrogativo sulla realizzazione anche in previsione del “dopo Giubileo”.