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Casa delle donne Lucha y Siesta, a processo la Presidente: Il 10 gennaio Sit-In delle attiviste a piazzale Clodio

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Lucha y Siesta a processo

Roma. Dopo l’occupazione dell’immobile in Via Lucio Sestio, ora, la Casa delle donne Lucha y Siesta è sotto processo. La presidente dell’associazione, di fatto, il 10 gennaio dovrà presentarsi in Tribunale a causa di quelle occupazioni, dove per 14 anni centinaia e centinaia di donne hanno trovato un luogo dove stare, un rifugio sicuro e anche un lavoro, oltre che un grande sostegno per far fronte a gravi situazioni di violenza.

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Sit-In delle attiviste martedì a piazzale Clodio

Per la giornata di martedì prossimo, allora, le attiviste hanno convocato una conferenza stampa a piazzale Clodio: “Nonostante una precedente assoluzione per la medesima ipotesi di reato, nonostante l’acquisto dell’immobile da parte della Regione Lazio, la giustizia scarica su una sola persona, la presidente dell’associazione, la responsabilità di un’intera comunità, di decine di attiviste e centinaia di persone che per anni hanno operato gratuitamente a favore delle donne che qui hanno trovato una stanza tutta per sé” –  così hanno commentato le attiviste. 

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Cosa è successo negli anni allo stabile 

Facendo qualche passo indietro, la denuncia era scattata ra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, quando la giunta Raggi aveva deciso che Atac – all’epoca proprietaria dell’immobile – entrava in concordato preventivo. Infatti, la municipalizzata per poter rientrare nei debiti, doveva vendere l’immobile in via Lucio Sestio nel VII municipio e per ottenere lo sgombero dello spazio passò alle vie legali, come ricorda anche Repubblica. Così, si arriva al 2021, quando la minaccia dello sgombero si fa ancora più concreta e vivida. La cronaca ricorda che proprio nel gennaio di quell’anno, alcuni agenti entrarono nello stabile per identificare le donne che vi si trovavano all’interno. Tutta la comunità femminista, però, si era mobilitata, e il PD, in opposizione alla Raggi, dava battaglia in Campidoglio. Dopo mesi di lotte continue, ecco che la Regione, alla fine, compra l’immobile che era stato messo all’asta dal tribunale fallimentare.

Le attiviste: ”Immediata pronuncia assolutoria”

Ma i guai non erano terminati con quell’azione: “La politica non dà seguito alla delibera votata in giunta regionale per proseguire un progetto contro la violenza di genere attraverso il comodato d’uso gratuito”. Le attiviste, insomma, chiederanno “l’emissione di un’immediata pronuncia assolutoria” per la presidente di associazione, nel tentativo di portare all’attenzione di tutti, come dichiarano, “l’urgenza del protagonismo della politica per la conclusione del riconoscimento di Lucha y Siesta Bene Comune”.

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