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Roma, le fontane che “parlano”: non tutti le conoscono. Come arrivarci e dove si trovano

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Statua di Pasquino

Le fontane a Roma testimoniano il legame che i romani avevano con l’acqua, al punto da considerarla un bene prezioso, al pari di una divinità. E questo profondo amore è simboleggiato dalle numerose fontane dislocate sul territorio della Capitale, se ne contano circa duemila. Allestite per soddisfare il fabbisogno della popolazione, poste in punti strategici della città, ora hanno funzione decorativa.

Statua detta dell'abate Luigi
Statua detta dell’abate Luigi (ilcorrieredellacitta.com)

Le fontane di Roma con statue parlanti

Ma ogni fontana ha una sua storia. E tra le tante incuriosiscono le cosiddette fontane ornate da statue definite ‘parlanti’. Sono quattro in tutto e si tratta di quelle del Pasquino, dell’Abate Luigi, di Madama Lucrezia e di Marforio. A queste se ne aggiungono altre due che un tempo decoravano anch’esse fontane, si tratta di quelle del Babuino e del Facchino.

Avevano il compito di farsi portavoce delle critiche dei cittadini

Risale all’antica Roma la tradizione secondo la quale esistevano le cosiddette ‘statue parlanti’ che avevano assunto, nel tempo, un vero e proprio ruolo di portavoce di insoddisfazioni e critiche dei cittadini. Una sorta di gazzettino, che si componeva di componimenti satirici, scritti in italiano, romanesco, in latino e anche in lingue straniere, attraverso i quali si concretizzava una sorta di stampa libera con cui si esprimeva, in forma del tutto anonima, il malcontento dei cittadini. Per questo le statue parlanti sono anche conosciute come il ‘Congresso degli Arguti’ in quanto capaci di dare voce alla protesta popolare.

Statua del Babuino
Statua del Babuino (ilcorrieredellacitta.com)

Quali sono le statue parlanti a Roma

La statua del Pasquino è probabilmente la più nota del gruppo delle statue parlanti. Raffigura un torso mutilo appartenente a un gruppo marmoreo che raffigura Menelao col corpo di Patrocolo. Il rinvenimento risale ai primi anni del 500  e sembra si trovasse nell’attuale Piazza Navona. In genere ai piedi o al collo della statua venivano attaccati cartelli, dette ‘pasquinate’ nei quali era espresso il malumore del popolo.

La statua detta dell’Abate Luigi, una sagoma togata, che prende il nome dell’abate della vicina chiesa del Sudario. Sembra trattarsi di un funzionario pubblico. Ma la testa originale della statua che gli agenti atmosferici hanno rovinato, è stata sostituita più volte, ora però la scultura si presenta priva di testa.

La statua di Madama Lucrezia, si pensa possa essere il ritratto di Faustina proveniente dal Tempio dedicato a Iside. Sembra rappresentare la stessa divinità oppure una sacerdotessa e ora si trova a piazza San Marco in un angolo di Palazzo Venezia.

La statua di Marforio, posta nella chiesa di San Pietro in Carcere risale al I secolo, Potrebbe rappresentare il dio Nettuno, o forse anche il fiume Tevere. Viene considerati tra le statue ‘più parlanti’ di Roma e ora si trova nei Musei Capitolini.

La Fontana del Babuino, è stata chiamata così dal popolo romano per la sua bruttezza. Veniva paragonata a una scimmia. Fatta costruire da un privato, un commerciante ferrarese, e messa a disposizione del pubblico. Si tratta di una fontana con vasca di epoca romana in granito sulla quale è posta una statua in tufo scolpito che rappresenta un Sileno disteso su una scogliera.

La Fontana del Facchino nasce con una funzione specifica, quella di dar voce alla plebe. Perché se Pasquino era destinato ai nobili e Marforio ai cittadini, il Facchino era il portavoce dei ceti sociali più bassi. Rappresenta un ‘acquarolo’ ossia un uomo destinato a prendere acqua dalle fontane pubbliche e rivenderla di porta in porta. Si tratta della più giovane statua parlante e si trova sulla facciata laterale del palazzo de Carolis Simonetti in via Lata

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