Migliaia di studentesse e studenti romani hanno risposto all’appello della Rete degli Studenti Medi del Lazio, partecipando a sit-in e manifestazioni di protesta contro la violenza di genere nella provincia di Roma. La mobilitazione è stata scatenata dall’uccisione di Giulia Cecchettin, una giovane di 22 anni, il cui tragico destino ha profondamente colpito la comunità studentesca della Capitale.
Roma, le proteste delle studentesse contro la violenza di genere
La frase “Se domani non torno, distruggi tutto” è stata adottata come grido di battaglia per la giornata di agitazione nelle scuole, esprimendo la rabbia e il dolore dei giovani di fronte al femminicidio di Giulia. Nonostante i tempi molto stretti, numerose scuole, tra cui Plinio, Croce, Cavour, Dante e Galilei, hanno partecipato alla protesta, estendendola anche alla provincia, da Civitavecchia a Pomezia.
I sit-in per Giulia Cecchettin a Roma
In poche ore, molti istituti hanno improvvisato flash mob e azioni dimostrative con cartelloni, striscioni e megafoni davanti ai cancelli delle scuole. Gli studenti hanno espresso la necessità di farsi sentire e lanciare un segnale forte contro la violenza di genere, ribadendo il rifiuto della cultura del silenzio. “Non possiamo più tacere di fronte alla violenza di genere”, ha dichiarato la presidente della Rete degli Studenti Medi del Lazio, Marta Rossi a La Repubblica. “La morte di Giulia è una tragedia che non può rimanere impunita. Dobbiamo dare voce a tutte le donne vittime di violenza e chiedere al governo di adottare misure concrete per contrastare questo fenomeno”.
Le iniziative del Ministero dell’Istruzione per Gulia Cecchettin
Contrariati sono stati i commenti del ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha annunciato un minuto di silenzio in onore di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza per martedì 20 novembre. Tuttavia, per molti manifestanti, il silenzio non è sufficiente. Essi invocano una mobilitazione più ampia, abbracciando l’appello della sorella di Giulia per una rivoluzione culturale.
Le parole di Elena Cecchettin per gli studenti in protesta
“Non basta un minuto di silenzio”, ha dichiarato la sorella di Giulia, Elena. “Dobbiamo cambiare il modo in cui pensiamo alla violenza di genere. Dobbiamo educare i giovani al rispetto delle donne e dobbiamo dare più poteri alle donne vittime di violenza”. Gli studenti universitari hanno organizzato un presidio davanti alla Sapienza nel pomeriggio, intonando il grido “Per Giulia e per nessun’altra ancora”. Si tratta di un ulteriore passo nella lotta contro la violenza di genere e nell’adesione all’appello per una profonda trasformazione culturale.
L’evento del 25 novembre al Circo Massimo di Roma
L’impegno degli studenti non si esaurirà oggi. È stato fissato un appuntamento per sabato prossimo, in occasione della manifestazione indetta da Non una di meno in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne. L’evento si terrà a Circo Massimo alle 14:30 e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di contrastare e prevenire la violenza di genere. La mobilitazione degli studenti romani è un segnale importante della crescente consapevolezza della violenza di genere tra i giovani. È un segnale che non deve essere ignorato dalle istituzioni e dalla società civile.