Verrebbe da chiedersi cosa abbiano certe docenti e dirigenti scolastiche nella scatola cranica. Questo, ovviamente, se la storia che raccontiamo fosse confermata. Due gemelline di dieci anni affette da celiachia, pare siano state costrette ad ingerire il cibo fornito dalla scuola, nonostante le raccomandazioni e diffide della famiglia. L’ultimo episodio risale a lunedì scorso quando, una maestra di un istituto comprensivo presso la periferia est di Roma, avrebbe obbligato le bambine a mangiare una merendina contenente glutine: “Dovete almeno darle un mozzico, altrimenti la direttrice si arrabbia“. Così, impaurite, le bimbe hanno mangiato la merendina e sono finite al Policlinico Umberto I.
Ardea, la partita del cuore per i bambini malati di tumore va deserta. Perché il sindaco non c’era?
I fatti
I genitori delle gemelle, già all’inizio dell’anno scolastico, avevano richiesto formalmente di esonerare le piccole da servizio mensa. Nel contempo si rendevano disponibili a farle mangiare a casa, riaccompagnandole a scuola subito dopo. A marzo scorso notavano un deperimento delle figlie e accertato la presenza di glutine nel loro organismo. Così è partita la diffida nei confronti della scuola e della direttrice. Ciò richiedendo che si ponessero in essere tutte le condizioni al fine di tutelare la loro salute. Poi una seconda diffida risale a maggio 2023, indirizzata però questa volta anche all’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, al Ministero dell’Istruzione e al Comune di Roma. La questione è presto passata nelle mani degli avvocati, in considerazione anche dell’episodio de 18 settembre scorso, quello della ‘merendina’. Eppure nei referti medici delle bambine si legge chiaramente: “Possibile contaminazione da glutine. Si ribadisce la necessità di escludere dalla dieta alimenti contenenti o contaminati da glutine. Sia a domicilio che in ambiente scolastico“.
Roma, Papa Francesco fa visita ai bimbi malati di tumore del Gemelli: domani le sue dimissioni
Ora i genitori voglio spostare le gemelline in un’altra scuola
Con tutta probabilità, ma lo stabiliranno eventuali indagini, gli alimenti scolastici non sono adeguatamente preservati da contaminazione da glutine. Già, perché chi soffre di questa patologia deve stare molto attento a non ingerire la sostanza, ma anche a non toccare alimenti che ne siano venuti in contatto. Gli avvocati della famiglia hanno fatto ratificare una querela ipotizzando i reati di minacce, violenza privata, maltrattamenti e lesioni personali dolose. Non proprio una cosetta da niente, insomma. Già, perché pare che sia intercorsa una telefonata tra la mamma delle bambine e la dirigente scolastica nella quale i toni erano molto accesi. Dicono infatti i genitori nella denuncia: “Telefonicamente con toni pressanti e minacciosi la dirigente ci invitava a regolarizzare la partecipazione delle gemelle al servizio mensa, altrimenti, diceva, avrebbe provveduto a norma di legge, sostenendo che le bambine sono sotto la sua vigilanza legale”. E in riferimento ai fatti del 18 settembre: “Poco dopo che avevano aperto la merenda portata da casa per mangiarla, una maestra le toglieva loro dalle mani e le obbligava a mangiare una pizzetta incartata con una pellicola trasparente. Quando le abbiamo riprese da scuola avevano vomito e diarrea, una di loro in lacrime ci ha detto che la maestra le aveva costrette poiché altrimenti la direttrice si sarebbe arrabbiata con lei“. Per loro è una battaglia per tutti i bambini affetti da celiachia.