L’Associazione Presidi di Roma e Lazio, mediante il presidente Mario Rusconi, racconta a Il Corriere.it un dato di cui nessuno aveva appreso. Sarebbero 500 gli appartamenti degli ex bidelli o custodi delle scuole oggi occupati abusivamente. Tutto sommato un intero paesino illegittimamente preso da abusivi. Dice Rusconi: “Una categoria estinta ormai da venti anni. La maggior parte è deceduta, quindi in quegli immobili vivono senza titolo i loro eredi. A volte però, vi risiedono anche degli estranei“.
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In realtà la questione è ben conosciuta al Sindaco
Roberto Gualtieri è perfettamente a conoscenza del nodo in questione. C’è stato, e risulta, un grande lavoro da parte della Commissione Capitolina alla Scuola e al Patrimonio, ma non si conoscono i motivi in ordine ai quali tutto si è fermato. Le riunioni erano presiedute da Carla Fermariello e Yuri Trombetti, ma nemmeno loro hanno dichiarato rispetto alla criticità. Spiega Mario Rusconi: “Sono dieci anni che cerco di far risolvere dagli enti interessati, la Provincia per i licei e i tecnici e il Comune per le scuole elementari e medie, questa situazione“, aggiungendo che: “Ma sono dieci anni anche che assisto a un rimpallo di responsabilità vergognoso”. Si tratta banalmente di alloggi di servizio che in passato venivano assegnati al personale che svolgeva compiti di custodia presso le scuole, alla maniera dei portieri condominiali. Ma di norma il personale, una volta raggiunta la pensione, avrebbe dovuto restituire le chiavi. Lasciando così i locali in uso alle strutture scolastiche.
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La mappatura era stata realizzata. Ma nessuna delibera
Il tutto è stato censito e mappata, con un lavoro importante e certosino. Abbiamo i dati rispetto ad ogni municipio romano. Alla fine c’è stata un proposta di delibera di Giunta; nel documento si scriveva che gli alloggi potevano essere adibiti dagli istituti a laboratori, biblioteche o quant’altro riguardasse la didattica. Insomma, il comune doveva provvedere a sgomberare. Il Campidoglio, peraltro, aveva anche previsto specifiche forme di tutela per alcune categoria, anche se non avevano diritti sull’immobile. È stato previsto, ad esempio, l’uso dell’appartamento dietro pagamento di una pigione, per vedovi o la progenie che avessero più di 65 anni con invalidità certificata non inferiore al 74 percento. Fino a due mesi fa questo protocollo sembrava stesse facendo il proprio corso senza intoppi. Però da luglio, senza una ragione particolare, tutto è finito nel dimenticatoio.