La guerra in Ucraina è un evento dalla portata globale che può letteralmente ”incendiare” anche discussioni nelle vite della gente comune, fino a sfociare in una vera e propria aggressione. Il fatto che stiamo per raccontarvi è certamente un esempio lampante, concreto, che non a caso ritorna ad un anno esatto dallo scoppio del conflitto.
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Ragazzo ucraino accoltella il suo compagno di stanza russo
Proprio nella giornata di venerdì scorso, ad un anno esatto dall’inizio del conflitto in Ucraina, un ragazzo di 25 anni, originario della città di Kiev, è stato condannato, dopo un processo con il rito abbreviato, a 5 anni e 4 mesi di reclusione per tentato omicidio, lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. La notizia è riportata anche da il Messaggero. Reati non da poco, ma in che modo sono collegati con la guerra che si combatte ormai da un anno tra Russia ed Ucraina e che ha visto, più o meno direttamente, coinvolta anche l’Europa?
Cosa era successo quella sera del 16 agosto
Stando a quando ricostruito dal pubblico ministero Edoardo De Santis, titolare dell’indagine, il soggetto in questione: ”compiva atti idonei, diretti in modo non equivoco, a cagionare la morte”. Il suo bersaglio era un cittadino russo di 45 anni. Pare che i due condividessero la stessa stanza all’interno di un istituto religioso – il Lucia Noiret, in via Coronelli, zona Pigneto. Sono entrambi qui in Italia senza fissa dimora. Una convivenza difficile, complessa, dati i presupposti, e l’inasprirsi del conflitto non ha fatto altro che renderla ancora più tesa tra i due. Considerati i rapporti bellici tra Ucraina e Russia, le morti, le stragi, le propagande bellicose dei due Paesi, le sofferenze dei due popoli, non è difficile immaginare il clima all’interno di quella stanza. Così, ecco che uno tra i due, il cittadino ucraino, ha iniziato a sfogare le sue ansie e le sue angosce sul suo compagno di stanza, il quale, in quello stato emotivo, era stato considerato ed identificato ormai come il responsabile delle sofferenze del suo popolo. Il tutto, poi, irrorato probabilmente dal consumo di alcolici.
L’aggressione e la condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione
Così, si è arrivati all’epilogo. Il fatto eclatante risale al 16 agosto dell’anno scorso, dopo una serata trascorsa a bere. Ormai i dibattiti, le liti e le schermaglie proseguivano da tempo tra i due, continuamente fomentate dalle recenti notizie di guerra. Così, all’improvviso, intorno alle ore 23.00 di quella sera, ecco che il giovane ucraino ha perso le staffe, dopo le urla e le offese, sono rapidamente arrivati anche dei pugni alla testa. Ma non è finita qui, perché, come riportano gli atti ”dopo aver impugnato un coltello, lo colpiva con la lama – si legge nel capo di imputazione – al capo, alla gola e alla mano sinistra”. Il personale dell’istituto religioso che li accoglieva, aveva chiamato subito i carabinieri, ma il giovane ucraina non si era fermato neppure alla vista dei militari e ha aggredito anche loro, con calci e pugni. Solamente alla fine, a fatica, l’ucraino era stato fermato e condotto nel carcere di Regina Coeli. Venerdì scorso, la sentenza definitiva lo ha condannato a a 5 anni e 4 mesi di reclusione.