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REFERENDUM, TUTTI I QUESITI

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Mancano solo 6 giorni al referendum, ma sono ancora molti i cittadini che non hanno ben chiaro il motivo per cui sono chiamati nuovamente alle urne a poca distanza dalla tornata elettorale. Ed è proprio sul “tornare” a votare che questi referendum sono stati incentrati: il mancato accorpamento con le elezioni amministrative è infatti una mancata possibilità per il cittadino, costretto a fare in due tempi ciò che avrebbe potuto svolgere in un’unica occasione. A nessuno è interessato il fatto che, suddividendo le elezioni dai referendum le spese si sarebbero raddoppiate, perché forse l’interesse maggiore era quello di evitare che troppe persone esprimessero la propria opinione su temi importantissimi. La scelta fatta dal Governo è stata cri­ti­cata da più parti quale enorme spreco di de­naro pub­blico (la stima parla di 400 mi­lioni di euro in più ri­spetto ad un eventuale accorpamento) e come ten­ta­tivo di non far rag­giun­gere il quo­rum. In­fatti, se non an­dranno a vo­tare il 50% + 1 de­gli aventi di­ritto, i re­fe­ren­dum non sa­ranno validi.
Ma vediamo, nel  dettaglio,  quali sono i temi su cui siamo chiamati a decidere:

Que­sito n. 1 – re­fe­ren­dum ac­qua pub­blica – abro­ga­zione af­fi­da­mento ser­vi­zio ad ope­ra­tori privati (Scheda Rossa)

“Vo­lete voi che sia abro­gato l’art. 23 bis (Ser­vizi pub­blici lo­cali di ri­le­vanza eco­no­mica) del de­creto legge 25 giu­gno 2008 n.112 “Di­spo­si­zioni ur­genti per lo svi­luppo eco­no­mico, la sem­pli­fi­ca­zione, la com­pe­ti­ti­vità, la sta­bi­liz­za­zione della fi­nanza pub­blica e la pe­re­qua­zione tri­bu­ta­ria” con­ver­tito, con mo­di­fi­ca­zioni,
in legge 6 ago­sto 2008, n.133, come mo­di­fi­cato dall’art.30, comma 26 della
legge 23 lu­glio 2009, n.99 re­cante “Di­spo­si­zioni per lo svi­luppo e  l’internazionalizzazione delle im­prese, non­ché in ma­te­ria di ener­gia” e dall’art.15 del de­creto legge 25 set­tem­bre 2009, n.135, re­cante “Di­spo­si­zioni ur­genti per l’attuazione di ob­bli­ghi co­mu­ni­tari e per l’esecuzione di sen­tenze della corte di giu­sti­zia della Co­mu­nità eu­ro­pea” con­ver­tito, con mo­di­fi­ca­zioni, in legge 20 no­vem­bre 2009, n.166, nel te­sto ri­sul­tante a se­guito della sen­tenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.

Il primo que­sito sulla pri­va­tiz­za­zione dell’acqua pubblica ri­guarda le mo­da­lità di af­fi­da­mento e ge­stione dei ser­vizi pub­blici lo­cali di ri­le­vanza economica.

Si deve vo­tare SÌ se si è con­tro la pri­va­tiz­za­zione dell’acqua e con­tro la ge­stione dei
ser­vizi idrici da parte di pri­vati, quindi se si vuole che l’acqua resti un bene pubblico.

Si deve vo­tate NO se si è a fa­vore della le­gi­sla­zione attuale, che prevede la  possibilità da parte dei privati di gestire gli acquedotti e quindi la fornitura dell’acqua alle famiglie.

Que­sito n. 2 – ac­qua pub­blica – abro­ga­zione cal­colo ta­riffa se­condo lo­gi­che di “mercato” (Scheda gialla)

“Vo­lete voi che sia abro­gato il comma 1, dell’art. 154 (Ta­riffa del ser­vi­zio idrico
in­te­grato) del De­creto Le­gi­sla­tivo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in ma­te­ria
am­bien­tale”, li­mi­ta­ta­mente alla se­guente parte: “dell’adeguatezza della remunera­zione del ca­pi­tale investito?”.

Il se­condo que­sito sulla pri­va­tiz­za­zione sull’acqua pubblica ri­guarda la de­ter­mi­na­zione della ta­riffa del ser­vi­zio idrico in­te­grato in base all’adeguata re­mu­ne­ra­zione
del ca­pi­tale in­ve­stito. In que­sto caso agli elet­tori viene pro­po­sta una abro­ga­zione par­ziale della norma. Semplificando al massimo, il quesito chiede se vogliamo  abrogare la norma che stabilisce un guadagno in percentuale sugli investimenti fatti dal privato e non sulla qualità del servizio. Tale guadagno viene corrisposto dai cittadini, che si trovano un importo maggiorato nella bolletta.

Si deve vo­tare SÌ se si è con­tro la norma che per­met­tere il pro­fitto (non il re­cu­pero
dei co­sti di ge­stione e di in­ve­sti­mento, ma il gua­da­gno d’impresa) nell’erogazione del bene Ac­qua po­ta­bile.
Si deve vo­tate NO se si è a fa­vore della le­gi­sla­zione at­tuale che am­mette tale guadagno.

Que­sito n. 3 – ener­gia nucleare (Scheda grigia)
“Vo­lete voi che sia abro­gato il decreto-legge 25 giu­gno 2008, n. 112, con­ver­tito con mo­di­fi­ca­zioni, dalla legge 6 ago­sto 2008, n. 133, nel te­sto ri­sul­tante per ef­fetto di mo­di­fi­ca­zioni ed in­te­gra­zioni suc­ces­sive, re­cante Di­spo­si­zioni ur­genti per lo svi­luppo eco­no­mico, la sem­pli­fi­ca­zione, la com­pe­ti­ti­vità, la sta­bi­liz­za­zione
della fi­nanza pub­blica e la pe­re­qua­zione tri­bu­ta­ria, li­mi­ta­ta­mente alle se­guenti parti: art. 7, comma 1, let­tera d: rea­liz­za­zione nel ter­ri­to­rio na­zio­nale di im­pianti di pro­du­zione di ener­gia nucleare?”.

Di questo quesito si è discusso a lungo, con il forte rischio che venisse ritirato. Tratta della norma per la rea­liz­za­zione nel ter­ri­to­rio na­zio­nale di im­pianti di pro­du­zione di ener­gia nu­cleare. Si tratta di una parte del de­creto legge re­cante “Di­spo­si­zioni ur­genti per lo svi­luppo eco­no­mico, la semplificazione, la com­pe­ti­ti­vità, la sta­bi­liz­za­zione della fi­nanza pub­blica e la pe­re­qua­zione tributaria” fir­mato il 25 giu­gno 2008 e con­ver­tito in legge “con mo­di­fi­ca­zioni” il 6 ago­sto dello stesso anno.

Si deve vo­tare SÌ se si è con­tro la co­stru­zione di Cen­trali Nu­cleari in Italia.

Si deve vo­tate NO se si è a fa­vore della le­gi­sla­zione at­tuale che le prevede.

Que­sito n. 4 – le­git­timo impedimento (Scheda verde)

“Vo­lete voi che siano abro­gati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 non­chè l’articolo 1
della legge 7 aprile 2010 nu­mero 51 re­cante “di­spo­si­zioni in ma­te­ria di im­pe­di­mento a com­pa­rire in udienza?”.

Si tratta del que­sito che va a toccare direttamente Presidente del Consiglio e Ministri e che quindi scatena le ripercus­sioni po­li­ti­che più forti. Attualmente, la
legge consente al Presidente del Consiglio ed ai Ministri di non comparire in Tribunale per “impegni istituzionali” nei processi penali che li riguardano,
evitando loro, di fatto, di essere giudicati. Abrogando questa legge, dovrebbero invece sottostare alle stesse regole di tutti i cittadini.

Si deve vo­tare SÌ se si è con­trari al prin­ci­pio che Pre­si­dente del con­si­glio o mi­ni­stro
pos­sano de­ci­dere di non com­pa­rire in tri­bu­nale nei pro­cessi che li ri­guar­dano.
Si deve vo­tate NO se si è a fa­vore della le­gi­sla­zione at­tuale che pre­vede que­sto “scudo” nei con­fronti del si­stema giudiziario.

Riassunti i 4 quesiti, ricordiamo che il “SI”, trac­ciato sulla scheda in­dica la vo­lontà
di abro­gare la nor­ma­tiva ri­chia­mata dal que­sito referendario, mentre il “NO”,
trac­ciato sulla scheda in­dica la volontà di man­te­nere la vi­gente nor­ma­tiva ri­chia­mata dal que­sito referendario. Le ope­ra­zioni di voto si svolgeranno Do­me­nica 12 giu­gno 2011, dalle 8:00 alle 22:00 e Lu­nedì 13 giu­gno 2011, dalle 7:00 alle 15:00.

Qualsiasi sia il pensiero, è importante andare a votare, per dare un senso alla Repubblica governata da tutti i cittadini e non solo spadroneggiata da poche persone.

E sul referendum si sono espressi proprio oggi i rappresentanti della CGIL di Pomezia e dei Castelli. “Domenica 12 e lunedì 13 è necessario andare a votare, dando così reale valore allo strumento referendario quale occasione importantissima per esercitare direttamente il potere decisionale dei cittadini, ma è necessario perché con i quattro sì verranno ribaditi e difesi diritti fondamentali di tutti i cittadini. Il diritto ad un Paese libero dalla minaccia nucleare e volto allo sviluppo di una energia pulita, il diritto ad avere una legge uguale per tutti, il diritto all’acqua intesa come bene pubblico e diritto umano universale – ha dichiarato Giuseppe Cappucci, segretario generale della Cgil del Comprensorio Pomezia-Castelli-Colleferro-Subiaco – Proprio sul tema dell’acqua la Cgil, sul nostro Comprensorio, come su tutto il territorio nazionale, si è mobilitata in modo significativo, contribuendo prima alla raccolta di firme per la richiesta di referendum promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, e poi facendo la campagna per il sì. La consapevolezza dell’importanza dell’acqua come bene comune ci ha portato a fare un’eccezione rispetto al tradizionale riserbo sulle consultazioni referendarie non attinenti strettamente ai temi del lavoro e oggi torniamo a chiedere a tutti un ulteriore sforzo per la vittoria dei sì”.

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