Il tanto discusso Reddito di cittadinanza si prepara a cambiare pelle. Per il contrasto alla povertà l’esecutivo è, infatti, pronto a varare la ‘Misura di inclusione attiva’, Mia. Essa apporterà alcune novità rispetto alla modalità ‘classica’ con la quale abbiamo finora conosciuto il sussidio. A breve la misura dovrebbe fare capolino in consiglio dei ministri ed essere attiva già da settembre. Tuttavia, ad oggi, il Mef precisa che nessuna bozza sulla riforma è all’esame degli uffici. Ma quali saranno i cambiamenti a cui si andrà incontro con l’introduzione di Mia? Cerchiamo adesso di fare chiarezza.
Addio al reddito di cittadinanza da gennaio 2024: cosa cambia
Il reddito di cittadinanza e le novità con l’introduzione di ‘Mia’
Quali saranno i cambiamenti a cui il tanto discusso sussidio contro la povertà andrà incontro a seguito dell’introduzione di Mia (Misura di inclusione attiva)? Iniziamo subito col dire che in linea con quanto deciso con la manovra, i potenziali beneficiari saranno divisi in due categorie con quote a scalare. Da un lato avremo le famiglie povere senza persone occupabili e, dall’altro, ci saranno invece le famiglie povere con persone occupabili. Nella prima platea menzionata rientrano i nuclei familiari dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 oppure una persona disabile. Nella seconda categoria troviamo invece i nuclei familiari dove non sono presenti le situazioni pocanzi citate bensì almeno un soggetto tra i 18 e i 60 anni di età.
Gli importi e le tempistiche
La riforma del Reddito di Cittadinanza prevede una stretta. Le famiglie povere continueranno ad avere la Mia il cui importo bene, per un single, dovrebbe restare intorno ai 500 euro al mese, come nell’attuale Reddito. Resta ancora in discussione la quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto. Il sussidio prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e rimodulata in base alla numerosità del nucleo familiare. Tuttavia, si fa largo l’ipotesi che la stretta maggiore vada a toccare la fascia di persone ritenute occupabili. Stretta prevista anche per quel che riguarda le tempistiche. Per i poveri tout court la Mia durerà fino a 18 mesi – come adesso il Reddito – mentre per gli occupabili non più di un anno. Al vaglio anche l’ipotesi del “decalage” secondo la quale il nuovo sussidio, in sostanza, non potrà più essere richiesto a ripetizione.
Chi perderà il reddito di cittadinanza con l’addio all’offerta congrua: le ultime novità