I mali non vengono mai da soli, e i guai chiamano altri guai, contigui, spesso simili tra loro. Di fatto, in attesa del processo di appello in cui farà di tutto insieme ai suoi legali per provare a ribaltare una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per una dichiarazione fraudolenta che gli aveva consentito di evadere circa 600 mila euro tra il 2005 e il 2010, ora Raoul Bova sarebbe alle prese con un altro procedimento penale, molto simile del resto, il reato è lo stesso: “dichiarazione fraudolenta mediante artifici”.
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Nuovi problemi con il fisco per l’attore italiano
Stesso reato, stessa accusa, ma periodo differente. Il periodo di riferimento questa volta sarebbe un altro, di poco posteriore alla prima accusa: l’anno 2011. Anche la somma varia, ma di poco: quella contestata questa volta è di oltre 400 mila euro. Come anticipato, i fatti che lo accusano sono molto simili a quelli per cui il famoso attore era già stato condannato qualche anno prima. Secondo l’accusa, Bova nel 2012 avrebbe rappresentato “il versamento di canoni per un milione di euro alla Sanmarco srl, società di cui Bova è socio all’80%”. Si tratta, nello specifico, dell’azienda a cui l’attore avrebbe trasferito i diritti economici derivanti dallo sfruttamento della sua immagine, spiega in un suo articolo il Corriere della Sera.
”Evasi oltre 400mila euro”
Stando a quel che dicono i pm impegnati sulla vicenda, le manovre fatte da Raoul Bova in tal caso potrebbero essere un escamotage per impedire al fisco di capire la sua situazione finanziaria. In particolare, proprio il fatto che Raul Bova non abbia mai ricevuto compensi dalla Sanmarco ne sarebbe la prova. Del resto, proprio in quell’anno 2011 “sono stati dichiarati elementi attivi per un ammontare inferiore a quelli effettivi ed elementi passivi fittizi”, dicono in modo chiaro gli atti. Da qui, ne sarebbe derivata un’evasione delle imposte Irpef da 417 mila euro.