Chiuso per mancato rinnovo del “titolo autorizzativo ai fini antincendio”. Alla Radim, storica e prestigiosa azienda pometina produttrice di strumenti per la diagnostica, mancava solo questo. Da quando è stata venduta ai russi della Alkon Bio, per l’azienda, e di conseguenza per i suoi dipendenti, è iniziato il declino, culminato in questi giorni con l’avviso da parte del comando provinciale dei Vigili del Fuoco, ufficio Prevenzione Incendi del Dipartimento del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, che ha fornito “parere contrario al proseguo dell’attività” svolta all’interno dello stabilimento di via del Mare e rammenta che “qualora l’azienda risulti in esercizio, incorrerà nelle sanzioni previste dall’art. 20 del D. Lgs. 8 Marzo 2006, n. 139”, ovvero con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 258 euro a 2.582 euro. Ma della vicenda i lavoratori non sapevano nulla. Questo perché da qualche settimana – esattamente dal 22 luglio – tutti i dipendenti, tranne una quindicina tra amministrativi e tecnici di alto livello, sono stati messi in cassa integrazione fino al 30 settembre, data in cui l’azienda dovrebbe far partire un concordato che permetterebbe la riduzione del debito.
“Avevamo ricevuto una grossa commessa che ci avrebbe tenuti impegnati per tutta l’estate ed oltre, almeno fino alla fine di settembre – spiegano – ma, visti i precedenti (mancati stipendi, ndr) abbiamo chiesto alla proprietà di avere i pagamenti anticipati settimanalmente. La richiesta è stata respinta e, in cambio, è stata estesa la cassa integrazione a molti altri dipedenti”. Ma adesso in azienda, peraltro chiusa per ferie nelle due settimane centrali di Agosto, non può più stare nessuno, visto che mancano i requisiti di sicurezza. Il nulla osta per la detenzione ed impiego di materiale radioattivo è infatti stato negato a causa del mancato rinnovo del titolo autorizzativo ai fini antincendio, scaduto il 31 luglio scorso.