Questa mattina, di buon’ora, si è tenuta una protesta degli agricoltori delle zone di Aprilia e Velletri, contro la discarica di Lazzaria.
Tanta la gente che ha gremito il piazzale della curia dei Castelli Romani per far sentire un corale diniego alla possibili utilizzazione del sito come discarica per la città di Roma.
La preoccupazione è tangibile e gli abitanti si stanno muovendo, paventando l’arrivo di centinaia di tonnellate di rifiuti dalla capitale.
La cava dai 15 metri di profondità stabiliti ormai raggiunge i 40 metri “Pensiamo che verranno sotterrati a quella profondità tutti i rifiuti di Roma e, poi, il terreno e noi saremo abbandonati”, afferma sbigottito uno dei manifestanti.
Ma ricostruiamo cosa è accaduto a Lazzaria.
L’Ecoparco srl, società creata a luglio 2015, ha presentato, il 25 agosto, al Comune di Velletri, alla Provincia di Roma e alla Regione Lazio un progetto per la realizzazione di un Tmb, cioè il trattamento meccanico biologico, un’area per il compostaggio, un impianto per la produzione di biogas e un’area di stoccaggio per due milioni di metri cubi di rifiuti (di fatto una discarica), in zona Cinque Archi.
Questo, semplificando, significa che a pochi passi da un’area agricola adibita alla produzione del vino di Velletri, si potranno lavorare i rifiuti di una città come Roma per tre o quattro anni.
Il sito dove dovrebbe sorgere il polo impiantistico integrato, attualmente utilizzato come cava per l’estrazione della pozzolana, è dal 2008 di proprietà della Apl Immobiliare srl, società della famiglia Cecchini.
Imprenditori veliterni, imparentati con il consigliere regionale Giancarlo Righini, i Cecchini acquistarono il terreno a un’asta per 820mila euro. I precedenti proprietari, la famiglia Masella, agricoltori da generazioni, fallirono nel 2007.
Ma, acquisendo il terreno, la Apl Immobiliare srl, promise che avrebbe lasciato alla famiglia Masella la gestione dell’attività di estrazione della pozzolana, nel frattempo intrapresa. In cambio stabilirono un affitto e richiesero la fornitura di pozzolana per le attività edili della Apl Immobiliare.
Dal 2008 i Masella, che hanno l’abitazione nel terreno che diventerà una discarica, hanno versato circa 920mila euro.
A metà agosto avviene lo sfratto dell’attività e si da notizia che la Apl Immobiliare non aveva fatto richiesta per la proroga dei diritti di estrazione della pozzolana.
La richiesta di sospensione dello sfratto, presentata dall’avvocato della famiglia Masella, Ascanio Cascella, doveva esser discussa di fronte al giudice del tribunale veliterno Riccardo Audino, ma è stata rinviata a novembre e affidata a un altro giudice.
La Apl Immobiliare, intanto, faceva sapere che comunque c’è un preliminare di acquisto vincolato all’approvazione del progetto della discarica con la Ecoparco srl.
Questa società è costituita al 50 per cento da una società romana che si occupa già di smaltimento rifiuti e da un perito minerale, ex consulente della famiglia Masella, ha la sede legale in uno studio di avvocati romani.
Il sindaco di Velletri, Fausto Servadio, intanto si manifestava fortemente contrario alla realizzazione della discarica e degli altri impianti, facendo, inoltre, effettuare un primo sopralluogo alla cava di pozzolana.
Il Comune di Velletri, insieme alla azienda partecipata Volsca Ambiente, aveva in progetto da tempo per un’area vicina un impianto di biogas.
All’epoca, Corrado Bisini, presidente dell’associazione ambientalista La Spinosa, commentava: «… più che l’impianto di biogas ci preoccupano i volumi del progetto: i due milioni di metro cubi di rifiuti Velletri certamente non li produce, resta da verificare chi riempirà la cava». I rifiuti potrebbero essere quelli di Roma, ma anche di altri Comuni del Lazio trasformando la zona in una grande miniera per la gestione dell’immondizia.
Velletri e la zona dei 5 Archi è una delle più rigogliose e redditizie zone agricole del Lazio, che vanta aziende antiche e intatte, e vivono sul filo del rasoio e ignare del proprio futuro.
Marina Cozzo