“PROFESSORI DI STRADA”
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Sono tornati nelle scuole di Ardea i “Professori di strada” di Don Gelmini. Il 24 e 25 marzo ed il 31 marzo e il 1° aprile, nelle scuole medie Virgilio diAardea e Tor San Lorenzo sono intervenuti i membri del gruppo di sostegno “La strada della speranza” della comunità incontro di Don Gelmini, che hanno incontrato i ragazzi delle classi prime e seconde. Una realtà cruda come la droga non potrebbe mai essere concretamente toccata se non viene descritta e raccontata da chi per anni l’ha avuta come compagna di avventura e di vita. Una compagna maledetta che ti regala la morte e te la fa assaporare fino al momento in cui, toccando il fondo, capisci che hai bisogno di qualcuno che ti tende una mano. I ragazzi usciti dalla “Comunità incontro” hanno spiegato cosa vuol dire vivere con una sostanza deleteria dentro di sé, vivere con la bramosia di riassaporare quel momento che ti rendeva fiero, gagliardo, inibito per poi cadere – finito l’effetto – nel baratro, pronto a riprovare quella sensazione; la durezza di vivere in un centro della comunità dove tutto quello che fuori è scontato, là non lo è. Ha commosso la semplicità con cui questi ragazzi hanno spiegato ai nostri figli l’effetto di una “semplice canna” e cosa essa può portare…….: “tutti abbiamo iniziato così”, hanno precisato; ma la cosa che ha più colpito è stata la fermezza dei genitori dei tossicodipendenti, che hanno spiegato come stanno cercando di convincere i loro figli ad uscire da questo tunnel maledetto. Sono costretti a farli uscire da casa, farli vivere per strada, far capire loro cosa stanno perdendo per seguire uno stile di vita irregolare e incoerente: tutto questo è stato raccontato con una dignità impressionante. Un ragazzo ha spiegato più volte come, per colpa della droga, abbia bruciato il suo tempo, mentre altri andavano ad allenarsi o comunque inseguire il loro sogno, mentre chi si droga il proprio sogno lo ha perso di vista. Tutto questo, come ha sottolineato il Sindaco di Ardea Carlo Eufemi, lo scorso novembre è stato simbolo di amore e speranza: amore da parte di genitori che sono disposti a perdere il proprio figlio per salvarlo, speranza perché la presenza di questi giovani rappresenta la certezza che se ne può uscire. Il 1° aprile ha raccontato la sua esperienza un ragazzo del territorio, afflitto si da piccolo dalla distrofia muscolare: ha spiegato ai ragazzi quanto è duro vivere bloccato “contro la tua volontà” su una sedia, quanto sarebbe disposto a pagare per poter camminare almeno una volta, mentre chi si droga sceglie di strapparsi quell’alito di vita che la nascita ti ha donato. Cosa dire davanti a questo esempio di potenza e forza? “Vogliamo fare un ringraziamento speciale al Sindaco, a tutto coloro che collaborano con le associazioni White Cloud Onlus e L’aquilone – hanno dichiarato Mario Aiello, presidente della White Cloud Onlus e Donatella Biagioli, presidente de L’aquilone – per aver reso possibile tutto questo. Ringraziamo in particolare a questi giovani, che si erano persi ma che sono tornati tra noi, mettendo a disposizione la loro esperienza affinché altri ragazzi non facciano lo stesso errore. Speriamo che tutto questo movimento sia servito: questo è un territorio in cui la piaga della droga dilaga, seminando morte tra i nostri figli. E’ per questo che le due associazioni continueranno a battersi affinché si crei una coscienza tra i genitori ei i nostri amministratori e politici. Il prossimo appuntamento sarà con i genitori: li vorremmo tutti presenti perché prendano coscienza che la droga è un male che può colpire e colpisce tutti e di tutti i ceti sociali. Cosa c’e di meglio se non un insegnamento proveniente dalla strada? “.