Nella mattinata di ieri due ragazze di 13 anni che frequentano la scuola media Orazio di Pomezia sono state picchiate dalle compagne che frequentano lo stesso istituto scolastico.
L’episodio è avvenuto attorno alle ore 8 di ieri, davanti all’ingresso della scuola, dove tre ragazze coetanee, sempre dell’Istituto Orazio di Pomezia, avrebbero organizzato una “punizione” per le due ragazze. Il motivo? «Ce guardano storto».
A seguito dell’aggressione delle due studentesse della scuola media Orazio di Pomezia, il padre di una delle studentesse aggredite ha diffuso una lettera per “sensibilizzare gli animi delle persone”.
Riportiamo il testo integrale pubblicato da Il Messaggero:
Mi chiamo Marino Giraldi, questa mattina 24/09/2014, alle ore 8 circa 2 alunne della Scuola media Statale Orazio di Pomezia, sono state selvaggiamente aggredite da altre 3 studentesse, a seguito delle gravi lesioni riportate è stato necessario trasportare in ospedale con l’ambulanza le giovani.
Chi vi scrive è il padre di una delle 2 ragazze, mia figlia Maria Giraldi frequenta la III “C” del predetto istituto, dall’inizio dell’anno lei e la sua compagna di classe Federica D. sono state tutti i giorni oggetto di molestie, minacce ed insulti, da parte di un gruppetto di 4 alunne che frequentano la stessa scuola, ma di altre classi. A seguito di queste continue molestie, che si perpetravano all’interno della scuola per poi continuare anche fuori, io e mia moglie accompagnavamo e riprendevamo nostra figlia e la sua compagna fuori dai cancelli.
Nella giornata di ieri, 23/09/2014 mia moglie ha assistito direttamente a questi atti continui di “bullismo” vedendo spintonare e ingiuriare con i peggiori dei termini nostra figlia e la sua compagna. A seguito di questo grave episodio immediatamente ho telefonato alla segreteria richiedendo un appuntamento urgente per conferire con il preside dell’accaduto. La segreteria mi informava che il preside non era in sede, dandomi appuntamento per la mattinata successiva alle ore 11. Purtroppo all’appuntamento siamo arrivati dopo che è successo l’irreparabile.
Dopo che mia figlia Maria è stata dimessa dall’ospedale, ci siamo recati dal preside, il quale ci ha riferito che tutto ciò che avviene fuori dalla scuola non è di sua competenza, quindi, di rivolgerci ai Carabinieri. Io gli ho fatto notare che le minacce e la persecuzione sono iniziate all’interno della scuola e poi degenerate questa mattina prima di entrare in essa, e che l’episodio è accaduto proprio davanti al cancello dell’istituto stesso, ove vi è stato anche l’intervento di 2 professoresse. Inoltre ho fatto notare che avevo già contattato la segreteria per poter avere un colloquio urgente con il Preside, per segnalare le continue molestie. Quello che è successo è un fatto molto grave, un atto di bullismo.
Dopo che mia figlia è stata dimessa dall’ospedale, con gg. 5 di prognosi, siamo andati dal preside, che ci ha detto che il fatto non è di sua competenza, poi siamo andati dai Carabinieri, che ci hanno detto che le lesioni sono punibili a querela di parte, quindi di rivolgerci ad un legale, noi chiediamo solo di poter mandare nostra figlia a scuola e garantirgli il diritto allo studio così come sancito dalla nostra Costituzione e altresì tutelare la minore da questi gravi episodi di Bullismo. L’ultima nostra speranza la riserviamo in voi fiduciosi che un vostro intervento sensibilizzi gli animi delle persone e che smuovano questi insormontabili limiti di competenza.
Giuseppe Marrone