Soltanto un ingresso in più nell’ultima graduatoria rispetto a sei mesi prima. Stiamo parlando degli interventi a favore delle persone con disabilità gravissima di Ardea e Pomezia che hanno presentato domanda per ricevere “l’assegno di cura” oppure il “contributo di cura”. Si tratta di un supporto a dir poco fondamentale per chi, purtroppo, convive con enormi difficoltà dovute all’assistenza di una persona cara in condizione di disabilità, per giunta gravissima in questo caso. Purtroppo però, a causa dei fondi limitati, entrare in graduatoria è davvero complicato considerando che (giustamente) deve essere garantito – come specificato peraltro anche nell’avviso pubblico – il principio di continuità assistenziale per chi già ne usufruisce. Già, ma per chi invece resta fuori? Ecco, in quel caso l’attesa può durare mesi.
Da Il Corriere della Città – MARZO 2022
L’avviso pubblico per la disabilità gravissima a Pomezia e Ardea
Due le modalità di contributo che si possono richiedere. “L’assegno di cura” è “un beneficio a carattere economico finalizzato all’acquisto di prestazioni rese da personale qualificato scelto direttamente dall’assistito e/o dalla famiglia”; il contributo di cura riguarda invece “il sostegno economico per il riconoscimento ed il supporto alla figura del caregiver familiare, quale componente della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato”. L’avviso è sempre aperto e si può presentare domanda in qualunque momento; dopodiché, periodicamente, le graduatorie vengono aggiornate e chi non rientra nell’elenco resta in lista di attesa. Aiuti economici sì dunque, ma non certo per tutti.
Liste bloccate per il contributo di cura?
Qui risiede infatti il nodo della questione. Attualmente ci sono 56 persone (dati aggiornati al 30 novembre 2021, gli ultimi disponibili), a cui è destinato il contributo dell’assegno di cura pari a 700 euro mensili e altre 28 in lista di attesa, tutte valutate con il punteggio massimo per ciò che riguarda la condizione di disabilità, ovvero 30.
Tra queste ultime ve ne sono alcune che hanno presentato domanda nel 2019 – quindi tre anni fa – e non si sa quanto tempo ancora dovranno attendere dato che, come detto, tra maggio e novembre 2021 la graduatoria è rimasta la stessa con un solo ingresso in più, da 55 a 56 beneficiari in tutto. Di fatto dunque, anche se le liste sono aperte è come se fossero bloccate. La lista d’attesa è invece aumentata: da 11 persone del maggio 2021 alle attuali 28 del novembre scorso.
I punteggi delle graduatorie
Non solo. Per ciò che riguarda i punteggi ci sono alcuni aspetti che vale la pena evidenziare. Nella graduatoria vi sono infatti, a parità di condizioni di disabilità, differenze nell’attribuzione della seconda parte dei parametri che formano il punteggio totale. Parliamo dei valori identificati nel bando con la lettera “B” (indicatore sociale, ovvero la condizione familiare e la situazione socio-relazionale del nucleo della persona con disabilità) e con la lettera “C” (indicatore della situazione economica, ricavata dal valore ISEE).
Ebbene, scorrendo la lista di nominativi infatti è possibile riscontrare punteggi anche molto bassi, in alcuni casi perfino minori di 10 a fronte di un massimo di 45 (valore “B”massimo 37 punti, valore “C”, massimo 8 punti). Di conseguenza anche il punteggio totale è inferiore con alcune domande accettate con 35-40 punti. Se prendiamo invece la lista di attesa, ovvero le domande ancora in stand-by, ci accorgiamo che già solo le prime 13 persone hanno tutte un punteggio superiore a 50. La prima –presentata un anno fa –addirittura ha un punteggio di 59, cioè esattamente identico alla prima delle domande accettate in graduatoria. Un paradosso insomma che crea quantomeno una disparità sulla quale le Istituzioni dovrebbero intervenire.
La graduatoria di novembre 2021: in sei mesi soltanto un ingresso in più
La lista di attesa: alcune persone aspettano da mesi e alcuni punteggi sono anche più alti rispetto alle domande approvate in graduatoria
La testimonianza di Antonella: «Sono in attesa da quasi un anno»
A rivolgersi alla nostra Redazione è stata una mamma che ha un figlio con disabilità gravissima, Gabriel, in attesa da quasi un anno di entrare in graduatoria. Della loro situazione ci eravamo già occupati in passato perché la donna aveva dovuto affrontare una vera e propria odissea di oltre 10 mesi soltanto per farsi riconoscere dall’INPS la “104”; un atto fondamentale senza il quale il figlio non poteva ricevere l’assistenza a scuola in quanto il Miur, in assenza del riconoscimento della legge, non gli erogava l’assistenza di cui necessitava. Grazie anche al nostro intervento, e a quello del Messaggero, ricorderete, quella situazione si era sbloccata ma ora, dopo due anni, la storia si sta ripetendo anche se per un motivo diverso.
«Ho presentato la domanda per ricevere il contributo di cura il 1 aprile 2021, peraltro non senza difficoltà dato che abbiamo faticato e non poco per ottenere la documentazione necessaria dall’UONPI (Unità operativa di neuropsichiatria infantile); ad ogni modo ora è passato quasi un anno e non abbiamo ricevuto nessuna risposta», ci racconta Antonella. «Inoltre da novembre a maggio dello scorso anno la graduatoria è rimasta identica. Mio figlio è quinto in lista di attesa e ci sono perfino altre persone che aspettano da più tempo. Quello che non capisco è come sia possibile che a prendere il beneficio ci siano persone anche con un punteggio molto più basso del nostro: mio figlio ha infatti un punteggio superiore (la domanda per Gabriel ha ottenuto 57 punti, ndr) ad almeno 40 delle domande stabilmente in graduatoria e che quindi usufruiscono del contributo. Perché quindi Gabriel deve restare fuori? Come è possibile? Ovviamente non vogliamo togliere il posto ad altri ma è evidente che questa situazione sia comunque ingiusta: è inutile mantenere aperto un bando se poi non ci sono fondi sufficienti per tutti».
Antonella si sfoga: «È tutto veramente assurdo queste realtà le capisce solo chi le vive. Si trovano muri dappertutto, burocrazia ostile per tutto, dall’acquisto di un semplice computer con la “legge 104”, fino al rilascio della documentazione per richiedere gli aiuti dallo Stato. Anche io purtroppo ho problemi di salute e solo quest’anno sono stata ricoverata cinque volte. Cerco di combattere finché ho forza per mio figlio ma non è facile».
Le domande in “sospeso”
Ma Antonella non è l’unica. Altre famiglie sparse tra Pomezia e Ardea attendono l’agognato riconoscimento di un contributo vitale per poter sostenere le ingenti spese che solo chi vive queste realtà è in grado di comprendere. Una sua amica, per fare un altro esempio, si trova all’ottavo posto della lista d’attesa con il figlio nonostante un punteggio di 52. Alcuni sono in lista dal 2020, altri ancora dal 2019, con le speranze di entrare ridotte al lumicino.
Disabilità gravissima e contributo di cura, risponde il Comune di Pomezia
Per saperne di più ci siamo rivolti al Comune di Pomezia per cercare di capire la situazione.
L’ultima graduatoria pubblicata a novembre scorso ha inserito soltanto una persona in più rispetto a sei mesi prima senza contare che ci sono persone che attendono ormai da più di un anno, se non da due: da cosa dipende questa situazione?
«I fondi sono stanziati con Piani regionali che tengono conto di chi è già idoneo a ricevere gli interventi e consentono di scorrere la graduatoria fino all’esaurimento degli stessi fondi. La Regione monitora annualmente il territorio per verificare che sia garantita la continuità assistenziale e confidiamo nel fatto che all’aumento della domanda corrisponda anche l’aumento dei fondi a disposizione del nostro distretto sociosanitario».
Stando ai documenti le graduatorie sono bloccate infatti da mesi. Posto che da un lato è doveroso garantire la continuità assistenziale, dall’altro numerose famiglie restano tagliate fuori: quali altre soluzioni si possono cercare dato che parliamo di soggetti tutti nella medesima condizione – e gravità – di disabilità (punteggio 30 per tutti i 28 in lista d’attesa, così come per i 56 dell’ultima graduatoria)?
«Le graduatorie non sono bloccate. Come detto sopra, sono trimestrali: l’ultima infatti risale a novembre scorso. Siamo consapevoli delle necessità ed esigenze delle famiglie che si trovano ad affrontare disabilità gravissime e la creazione del Consorzio sociosanitario di Pomezia e Ardea va proprio nella direzione di rispondere in maniera più efficace»
Chi resta fuori lamenta inoltre la presenza di punteggi in graduatoria talvolta molto più bassi di quelli da loro posseduti in lista di attesa: come è possibile? A spiccare, a parità come detto di condizione di disabilità, sono infatti alcuni valori molto bassi per gli indicatori (sommati tra loro) “B” (sociale) e “C” (economica) tra coloro che sono rientrati nel “contributo di cura”: in questo modo non si crea una sorta di disparità tra chi è riuscito ad entrare in graduatoria e chi, al contrario, resta fuori ma con un punteggio paradossalmente più alto e dunque con più necessità?
«Le graduatorie sono composte da Unità Valutative Multidisciplinari di medici e assistenti sociali che valutano tutta la documentazione presentata. Nel momento in cui una persona risulta idonea, a questa viene garantito l’intervento assistenziale, a prescindere dalla presentazione di domande relative a casi che possono essere più gravi, proprio per la continuità assistenziale di cui parlavamo».