Alle prime ore dell’alba gli Agenti della Squadra Mobile di Latina – IV Sez. Antidroga congiuntamente ai colleghi del Commissariato di P.S di Terracina portavano a termine un’operazione di Polizia Giudiziaria dando esecuzione a dieci Ordinanze di Misure cautelari personali emesse dal GIP del Tribunale di Latina Dott. Pierpaolo BORTONE su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Marco GIANCRISTOFARO.
I Provvedimenti notificati hanno natura restrittiva per 6 soggetti di cui, nello specifico, quattro in carcere e due agli arresti domiciliari, mentre altri quattro indagati sono destinatari di misure di natura coercitiva qual’ è l’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria.
Alla complessa operazione di polizia giudiziaria è stato dato il nome di “Terminal” in ragione del fatto che gli indagati, per non essere intercettati dalle forze di polizia ed eludere le investigazioni, utilizzavano svariati mezzi di trasporto pubblico che cambiavano frequentemente limitando al massimo l’eventualità di essere seguiti. Non a caso le indagini hanno impegnato gli Agenti in lunghi pedinamenti tra le provincie di Roma e Napoli ove avvenivano gli approvvigionamenti di sostanze stupefacenti destinate al mercato di Latina e di Terracina.
I responsabili di tali illecite attività si sono distinti altresì per l’efferatezza dimostrata più volte in occasione delle mancate riscossioni di crediti. Gli stessi infatti, non solo davano prova di essere in possesso di armi da sparo che esibivano per affermare la propria leadership criminale ma, come appurato dagli inquirenti, più volte le utilizzavano esplodendo colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio. La ricostruzione di tali fatti, verificatisi anche in luoghi pubblici di Terracina e S. Felice Circeo, è stata difficoltosa per gli investigatori anche a causa delle poca collaborazione delle persone presenti ai fatti. Non a caso il calibro criminale, dato dai precedenti penali di alcuni degli indagati e la diretta discendenza di MARANO Gennaro, con uno dei più temuti clan camorristici campani “ il Clan LICCIARDI”, contribuiva ad elevare la caratura criminale degli stessi alimentando il timore di intimidazioni e rappresaglie.
Emblematica la vicenda che ha visto vittima un tossico dipendente colpevole di non aver onorato un piccolo debito contratto per l’acquisto di cocaina. Sebbene si trattasse di una esigua somma di denaro, lo stesso, più volte sollecitato, non aveva dato seguito alle richieste di pagamento. Così “l’organizzazione”, per non svilire la propria fama ma piuttosto per affermare con forza il proprio predominio, pestava a sangue il malcapitato malmenandolo davanti a numerosi testimoni.
Le ulteriori minacce inducevano il giovane ad allontanarsi dalla città facendo perdere le proprie tracce. Di questo episodio di inaudita violenza, avvenuto in pieno giorno in una piazza centrale di Terracina, la Squadra Anticrimine del locale Commissariato veniva informalmente a conoscenza, dando inizio agli accertamenti che successivamente avrebbero costituito l’incipitdell’indagine. I primi riscontri all’ipotesi investigativa ipotizzata non tardavano a venire. Le risultanze di numerosi servizi di osservazione e pedinamento, che hanno visto operare gli Agenti della Squadra Mobile e quelli del Commissariato di Terracina in perfetta sinergia, consentivano di seguire gli indagati in diverse città del centro Italia, che gli stessi raggiungevano utilizzando treni, autobus di linea e mezzi di trasporto pubblico locali. Durante queste fasi venivano effettuati diversi arresti in flagranza di reato tutti eseguiti nei principali “Terminal” ove venivano predisposti mirati servizi antidroga. Parimenti, venivano rinvenuti e sottoposti a sequestro quantitativi non trascurabili di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana che andavano ad alimentare il materiale probatorio.
Gli investigatori, nonostante i colpi inferti all’organizzazione con gli arresti eseguiti nel corso delle indagini, constatavano che il sodalizio criminale ristabiliva il proprio organigramma celermente assoldando nuovi corrieri, prevalentemente incensurati, e stabilendo nuove rotte per il traffico delle sostanze stupefacenti. Dall’attività d’indagine emergeva anche il pieno coinvolgimento di due donne che avevano il compito di “accompagnare” i corrieri di droga nel corso dei viaggi di ritorno in provincia di Latina. Infatti, per scongiurare eventuali controlli di polizia e non incorrere in arresti e sequestri, i predetti si dividevano in “coppiette” che decidevano la stazione di destinazione solo su indicazione dei loro complici i quali, preventivamente, avevano il compito di verificare l’eventuale presenza di pattuglie della polizia.
Nel corso delle attività investigative, espletate anche con l’utilizzo di intercettazioni di conversazioni telefoniche, si appurava che gli indagati utilizzavano un linguaggio in codice facendo spesso riferimento all’acquisto di “biglietti” per eventi danzanti in programma in alcuni locali di Roma. In realtà i sequestri hanno confermato che si trattava di ordinativi di droga.
Sempre nel corso delle attività intercettive gli Agenti captavano una brutale aggressione avvenuta in piena notte nella città di Roma. A farne le spese un giovane terracinese di 24 anni, domiciliato nella capitale ove si trovava per motivi di lavoro, che veniva malmenato all’interno della propria abitazione dall’odierno indagato MENICHINI SANTOS Bruno detto “il brasiliano”. Questi introdottosi in casa della vittima lo colpiva con inaudita violenza procurandogli lesioni personali di una gravità tale da richiederne l’immediato trasporto presso il pronto soccorso di un Ospedale della Capitale. Nella circostanza, sul luogo, intervenivano Polizia e Carabinieri della Capitale ai quali l’aggressore, con l’estorta complicità della vittima, forniva una versione artatamente ideata per fare apparire il grave fatto come un incidente domestico.
Grazie alla ricostruzione delle fasi prodromiche e concomitanti all’aggressione, gli Agenti della Squadra Mobile di Latina e del Commissariato di Terracina fornivano alla Procura della Repubblica di Roma gli elementi che consentivano l’emissione di un Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere a carico del “Brasiliano”. Il movente anche in questo caso era legato a debiti contratti per l’acquisto di droga. Non a caso durante l’esecuzione dell’arresto, avvenuto lo scorso Dicembre, in casa del MENICHINI gli Agenti trovavano ulteriore materiale probatorio rinvenendo cocaina e tutto l’occorrente per il confezionamento delle dosi.
Durante la complessa attività si appurava che alcuni tra gli indagati, impossibilitati a recarsi fuori dalla propria città in quanto colpiti dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, utilizzavano un minorenne al quale demandavano la raccolta degli ordinativi di droga.Dall’indagine emergeva chiaramente che il gruppo criminale era in procinto di fare il “salto di qualità” cercando contatti con narcotrafficanti e programmando un viaggio che li avrebbe portati in Spagna alla ricerca di “fornitori” di grossi quantitativi di sostanze stupefacenti.Durante le odierne esecuzioni sono stati rinvenuti altri quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana con bilancini ed altro materiale per il relativo confezionamento delle dosi.
In carcere sono finiti MARANO Gennaro (detto Genny) di anni 19, MENICHINI SANTOS Bruno (detto il brasiliano) di anni 26, CASCARINI Alessandro (detto il Giaguaro) di anni 31.
agli arresti domiciliari: MAUTI Marco (detto Morfeo) di anni 20, DAL RE Giorgia (detta Ursula) di anni 24.
Obblighi di firma per: MATTEI Emilio di anni 25, GALLINARO Marco di anni 20, DI MAURO Vanessa di anni 23, CALANDRINI Christian (detto GAS) di anni 37.