“Il Valore di superficie è stato impostato al minimo, 280 euro al mq. Le aree sono state censite e valutate secondo legge – ha spiegato Curci- arrivando ad un valore di 6 milioni e 800 mila euro per ogni edificio, a cui va aggiunto il valore del terreno, di circa 1 milione e 600 mila euro. A livello tecnico il Comune non può prendersi la responsabilità di impostare valori più bassi”. “I CTU in corso – ha dichiarato Mirimich – sembra stiano sostenendo le ragioni del Comune; noi vogliamo comunque arrivare ad una transazione che sia anche a garanzia dei cittadini direttamente danneggiati da questa vicenda, anche se andranno comprese a loro carico parte delle spese legali”. La discussione si è quindi infervorata, con opinioni contrastanti tra opposizione e maggioranza. Circa 700 mila euro le spese legali, da aggiungere ai costi dell’accordo.
“L’ipotesi di transazione deve essere supportata da un parere terzo che garantisca la correttezza della stessa – ha specificato Schiumarini – per tutelare non solo gli acquirenti della Pettirosso, ma anche tutti gli altri cittadini di Pomezia e noi consiglieri che voteremo la delibera”. “Il Comune ha dovuto per legge iniziare le cause, senza le quali sarebbe tornato automaticamente in possesso delle superfici e di quanto le sovrasta”, ha spiegato l’avvocato D’Angelo. “I calcoli fatti sono incongrui – ha affermato Raimondo Piselli – perché computati al 2011 e non all’anno dei fatti, ovvero al 1992. In questo modo sono sfavorevoli agli acquirenti”. “Non e’ vero – ha risposto Curci – i calcoli hanno seguito la logica imposta dai CTU”. “La nostra proposta e’ quindi di 280 € al mq più le spese legali, sulle quali possiamo cercare di trattare al minimo”, ha dichiarato Mirimich, invitando comunque i consiglieri a presentare ulteriori proposte da discutere in Consiglio comunale.
PETTIROSSO, LA COMMISSIONE PROPONE IL SUO ACCORDO
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