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PETTIROSSO, DUE IPOTESI PER UNA SOLUZIONE

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Si è tenuta ieri mattina la Commissione consiliare Politiche Economiche Finanziarie e Patrimonio per discutere del contenzioso in essere tra il Comune di Pomezia e i cittadini residenti negli immobili ex Pettirosso. Ai lavori della Commissione hanno partecipato il Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, il delegato Fabio Mirimich e l’Assessore ai Servizi Finanziari Antonio Maniscalco, incontro da cui è emersa con decisione la volontà dell’Amministrazione comunale di individuare una soluzione transattiva per la chiusura del contenzioso che non gravi ulteriormente sulle spalle dei cittadini coinvolti. “E’ nostra intenzione – ha dichiarato il Sindaco De Fusco – chiudere nel più breve tempo possibile il contenzioso e mettere la parola fine ad una vicenda che si trascina da fin troppo tempo, siglando un accordo che preveda la condizione di miglior favore per i cittadini”. “Nulla di nuovo – hanno commentato amareggiati i cittadini interessati – Quanto è stato comunicato dall’Amministrazione non aggiunge niente allo stallo di un anno fa, quando ci era stato promesso che l’incontro per definire un accordo sarebbe avvenuto entro un mese”. “Non è così – ha ribattuto Fabio Mirimich – in questo tempo sono state studiate diverse ipotesi di soluzione. Dalle verifiche effettuate, tutte molto complicate a causa dei numerosi attori coinvolti nella vicenda, siamo arrivati a definire due ipotesi di convenzione da sottoporre agli avvocati della controparte. Prima, però, è necessario il parere favorevole della Corte dei Conti, che indicherà la soluzione maggiormente fattibile a norma di legge. La prima delle due soluzioni prevede il riscatto del diritto di superficie da parte dei proprietari a fronte del pagamento di una cifra che equivale al minimo possibile, ovvero 280 euro al mq. Le spese legali, che sono la cifra più consistente, verrebbero invece pagate ognuno per la sua parte e non addebitate ai proprietari. La seconda, invece, farebbe ricorso al risarcimento previsto da parte dei notai, colpevoli di aver effettuato dei rogiti sbagliati: il risarcimento è stato fissato intorno a 820 milioni di euro: noi avremmo pensato ad una transazione a costo zero per i proprietari, facendo girare sulle casse del Comune il costo del risarcimento dei notai, fermo restante che per le spese legali ogni parte coinvolta paga le proprie. Adesso, quindi, la parola passa alla Corte dei Conti, che dovrà indicarci quale tra le due proposte avanzate dall’Amministrazione possa essere portata a termine. Si tratta di ipotesi che cercano di tutelare gli acquirenti, ma che nel contempo non vogliono danneggiare il resto della popolazione pometina, perché dobbiamo ricordare che si tratta sempre di soldi pubblici e quindi di tutti i cittadini di Pomezia”.

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