Il clima sta cambiando, ma la Città Eterna no. La sua immutabilità è un problema se la conformazione urbanistica si presta al caldo afoso, col rischio che possa protrarsi a Roma tutto l’anno. Gli ultimi due decenni confermano per esempio che le temperature medie della Capitale sono aumentate di 3,6 gradi Celsius. Tendenzialmente Roma viene ricordata con un clima mite ma ora, complice il cambiamento climatico, sta raggiungendo punte tropicali. Perché la città, però, è sempre così calda? Cosa aspettarci nei prossimi mesi?
Perché a Roma fa sempre caldo?
Roma innanzitutto è una città sottoposta all’edificazione selvaggia, ciò vuol dire che oltre al Centro Storico, rivestito di sanpietrini, anche la superficie del resto della città è costituita da cemento, mattoni, asfalto, materiali che tendono a surriscaldarsi durante il giorno per rilasciare calore di notte, fino a raffreddarsi. Inoltre la Capitale è sottoposta al cosiddetto “effetto canyon”: la presenza di palazzi, alti e vicini tra loro, crea dei corridoi verticali in cui si incamerano raggi solari. In questi spazi si accumulano radiazioni tra una parete e l’altra che poi non circolano, surriscaldando gli edifici.
Infine, le grandi città come Roma sono molto trafficate (le automobili a benzina influiscono sulla qualità dell’aria ed emettendo anidride carbonica), e la densità della popolazione incide anche sui consumi degli elettrodomestici, come i condizionatori nelle stagioni più calde, contribuendo al surriscaldamento globale così come del centro urbano. Le attività antropiche si aggiungono a questo ecosistema: ogni metro quadro della nostra pelle emana calore, ecco perché per esempio in una stanza 10 persone potrebbero arrivare a scaldare l’ambiente come una stufetta da 1000 watt.
Come sono cambiate le temperature a Roma
Tutti questi fattori hanno inciso ovviamente sulle temperature, sul grado e sulle intensità delle precipitazioni a Roma. Secondo il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici dal 2008, per esempio, è aumentata la frequenza delle precipitazioni estreme nella Capitale, in particolare l’area urbana tra il 2010 e il 2020 è stata la più colpita da alluvioni significative. Anche le ondate di calore sono diventate più incisive per gli abitanti: rispetto al periodo tra il 1971 e il 2000 le temperature medie sono aumentate infatti di 3,6 gradi Celsius, così come il numero di decessi legati al caldo record. I più colpiti sono ovviamente i soggetti fragili e gli anziani, con un’incidenza di mortalità del 22% per gli over 50.
Andrea Filpa, architetto e urbanista dell’Università Roma Tre, coautore della prima mappa di vulnerabilità climatica di Roma, ha affermato su National Geographic che il cambiamento climatico starebbe aggravando problemi che a Roma già esistevano. Uno di questi riguarda il grado di edificabilità, più del 90% dell’area urbana è ricoperto da suolo impermeabile, che non permette perciò l’assorbimento naturale delle acque piovane. Se si aggiunge la mancata manutenzione delle caditoie dei tombini, gli allagamenti a Roma soprattutto nei mesi autunnali e primaverili diventano all’ordine del giorno. Infine, Roma ha tra le concentrazioni di edifici abusivi più alte in Europa, un fattore come già spiegato che fa gioco al caldo.
Le conche di caldo a Roma: cosa sono le “Isole di calore”
Ci sono delle zone dove, soprattutto in estate, è possibile però sopravvivere al caldo di Roma? Una soluzione potrebbe essere evitare le “isole di calore urbane”, delle zone in cui le temperature sono molto elevate per vari
giorni e notti. In queste zone si calcolano differenze di temperature notevoli, fino a 4-5 gradi in più rispetto al resto della Città. Il fenomeno dell’isola urbana di calore è più marcato soprattutto nei quartieri centrali della città e nella periferia storica del quadrante est.
Per esempio, mella stagione estiva le zone urbanistiche con le variazioni maggiori non sono quelle dentro, ma della periferia storica a sud-ovest. Tra queste, Valco San Paolo, Marconi, Ostiense e Garbatella (sopra 2,7°C), e poi Tuscolano nord, Gianicolense, Colli Portuensi, Testaccio, San Lorenzo, Portuense e Pian Due Torri (sopra 2,3°C). Le ragioni per cui si creano delle “conche di calore”, sono diverse. Innanzitutto per una conformazione urbana naturale dei quartieri, per la quantità di suolo non naturale (quindi edificato), per la densità demografica e le attività umane nell’area e, infine, per la produzione di inquinanti atmosferici, dovuti al traffico veicolare.