La pedofilia e gli adescamenti sembrano viaggiare di pari passo con l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni. Questo perché la tecnologia, la reste e internet, abbattono le distanze, e rendono i minori che ne fanno sempre più largo uso molto più esposti ai tentativi macabri di coloro che vogliono adescarli. Ecco i dati preoccupanti racimolati dalla Polizia Postale negli ultimi mesi.
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Pedopornografia e pedofilia: i pericoli del web
L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha reso Internet uno strumento assolutamente irrinunciabile, per tutti. Persone di tutte le età hanno scoperto un potenziale infinito di opportunità grazie alla connessione globale: i servizi per la comunicazione e quelli, dai più semplici ai più complessi, che costruiscono oggi il nostro quotidiano hanno reso la vita più comoda e facile, rendendo ogni servizio a portata di mano, anzi di click. Ma non tutto ciò che rappresenta un’opportunità è privo di pericoli. Proprio all’interno di questo rinnovato scenario globale, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, quale “specialità” della Polizia di Stato, è sempre all’avanguardia nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità informatica e a garanzia della libertà di ogni forma di comunicazione, interpretando in modo innovativo la propria missione istituzionale a tutela dei cittadini. Uno dei pericoli maggiori che sono intimamente legati alla diffusione delle nuove tecnologie soprattutto tra i minori, è quello di un incremento concreto dei casi di adescamento per pedofilia. Nel dettaglio, la criticità della situazione e il pericolo rappresentato dalla rete per i minori, sempre più esposti, viene dimostrata dai numeri di recente raccolti dalla Polizia Postale che vi riassumiamo qui di seguito.
Quasi 900 i bambini approcciati negli ultimi 3 anni
E’ sempre più preoccupante la tendenza all’aumento dei casi di adescamento che riguardano vittime di età inferiore ai 13 anni. Negli ultimi tre anni (2020, 2021, 2022) sono poco meno di novecento, i bambini approcciati da adulti nei luoghi virtuali del gioco e della socializzazione, mentre esercitano il mestiere di crescere, spesso convinti di essere in un luogo sicuro. Una convinzione di sicurezza che li rende vulnerabili e che è condivisa con genitori e insegnanti, spesso all’oscuro di quanto adescatori e pedofili conoscano profondamente le fragilità delle vittime e le potenzialità del web nel ridurre le sane strategie di protezione di bambini e ragazzi. Sono 56 i casi nei primi tre mesi del 2023.
Minori indagati per pedopornografia 150 casi
Da qualche anno si osserva una progressione nel numero dei casi in cui i minori diventano protagonisti di casi di detenzione e diffusione online di pedopornografia: nel 2022 sono stati 150 i ragazzi segnalati all’Autorità Giudiziaria come autori di reati gravi, erano appena 20 nel 2016. Sono quasi sempre maschi, con un’età media di circa 15 anni, incuriositi dalla ricerca di materiale sessuale, incappano in circuiti informali online dove accedono ad ogni tipo di materiale illegale tra cui quello che riguarda abusi sessuali su minori, non disdegnano di condividere con altri utenti per inconsapevolezza, goliardia e superficialità.
Ricatti, minacce e richieste di denaro
Un fenomeno, di solito rivolto al mondo adulto, nel 2022 minaccia bambini e ragazzi con curiosità sessuale e li trasporta in un incubo fatto di ricatti, richieste insistenti di denaro e minacce di distruggere la reputazione, diffondendo sui social immagini sessuali autoprodotte. Tutto inizia con qualche scambio di battute con profili social di coetanei, si passa poi alla messaggistica, si avviano video chat e le immagini si fanno più spinte e riservate. Nei giorni seguenti, il martellamento online include la richiesta di somme di denaro anche esigue (30,50,100 euro), ultimatum e scadenze alle quali le vittime devono attenersi se non vogliono che il materiale sessuale venga diffuso online. Le vittime si sentono in trappola tra la vergogna e il terrore della diffusione delle immagini intime.
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