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Patrick Zaki è stato condannato a tre anni

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Patrick Zaki

Undici udienze non sono servite per liberare Patrick Zaki, la sua prigionia in Egitto continua. L’ex studente bolognese è stato condannato ieri dal tribunale di Mansura a tre anni di carcere, con l’accusa di “diffusione di notizie false dentro e fuori del paese”. Zaki dovrà restare perciò in cella altri 14 mesi, visto che ne ha già scontati 22.

Un verdetto che lede la libertà di opinione e i diritti umani, per cui da tempo si batte Amnesty International. “È una notizia terribile, una condanna scandalosa, assurda per un reato che Patrick non ha commesso”, è così intervenuto il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, “Avevamo sempre chiesto di tenere alta l’attenzione su Patrick, perché terminato il carcere in molti avevano pensato che tutto fosse risolto, invece noi avevamo sempre posto attenzione su Patrick imputato perché in Egitto imputato è sinonimo di condannato”.

L’avvocato di Zaki: “La sentenza non è soggetta a ricorsi”

La condanna alla fine è arrivata e Patrick, in detenzione preventiva dal 7 febbraio 2020, è in attesa ora del suo trasferimento alla stazione di polizia di Gamasa, in Egitto, come confermato dall’avvocato dello studente egiziano residente a Bologna, Hossam Bahgat.

Il sistema giudiziario egiziano non ha uno scarto sulla presunzione di innocenza e colpevolezza motivo per cui, spiega anche il legale, “la sentenza non è soggetta ad appello o cassazione”. Zaki, ricercatore presso l’Egyptian Initiative for Personal Rights, è perseguito in relazione a un articolo pubblicato nel 2019 sul giornale libanese Daraj. Nell’articolo, il giovane ricercatore riportava alcune persecuzioni e discriminazioni subite dalla comunità copta egiziana. Arrestato il 7 febbraio 2020 e sottoposto a detenzione preventiva, Zaki è stato rilasciato dall’8 dicembre 2021 fino all’udienza del 18 luglio, quando è stato condannato a 3 anni.

Amnesty International: “Il Governo italiano intervenga”

Secondo Noury, la sentenza è “il peggiore degli scenari possibili”, ma la Ong non si arrende. “Non finisce qui”, ha promesso Noury, “Ora tutte le possibilità per tirarlo fuori da questa situazione vanno esplorate. Il governo italiano, per cortesia, intervenga”, è l’appello del portavoce di Amnesty Italia. 

Le reazioni della politica italiana

La Premier Meloni ha ribadito che il Governo proseguirà nelle trattative Italia-Egitto per la scarcerazione. “Il nostro impegno per una soluzione positiva del caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo ancora fiducia“, ha affermato Giorgia Meloni nelle ultime ore.

Secondo Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, “E’ un verdetto scandaloso, un’ingiustizia gravissima. Alla premier e al ministro Tajani chiedo di riferire in Aula, perché si attivino per ottenere la liberazione e la grazia”. Intanto a Bologna si è tenuto nelle ultime ore un flash mob, indetto da Amnesty International, per chiedere la scarcerazione del giovane. “Come comunità cittadina ci stringiamo attorno a Patrick e alla sua famiglia, riservandoci di intraprendere ogni iniziativa per richiederne la liberazione e il pieno rispetto dei suoi diritti in Egitto. Patrick non mollare, Bologna è con te”, ha così twittato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore.

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