Raetia sgr è in liquidazione dal 2011, dopo un’ispezione della Banca d’Italia e successive sanzioni agli amministratori sia da Bankitalia che dalla Consob. Nel mirino dell’Agenzia delle Entrate, troviamo in particolare i crediti Iva del Fondo Diaphora 1, ovvero quello che a cui avevano fatto ricorso gli acquirenti delle unità immobiliari di Pomezia, oltre che di altre iniziative in Italia centrale. La “bolla” Diaphora era scoppiata a seguito del fallimento della Dima Costruzioni del gruppo Di Mario, del promotore del fondo, a cui aveva fatto seguito l’arresto dello stesso Raffaele Di Mario. Secondo il fisco, sull’Iva vi sarebbe stata un’azione fraudolenta da parte di banche e del gruppo Di Mario a danno dell’erario, della quale Raetia era a conoscenza. La Raetia sgr è adesso in mano al collegio dei liquidatori guidato dal professor Marcello Condemi, uno dei giuristi che sta aiutando papa Francesco a ripulire le finanze vaticane.
I liquidatori naturalmente respingono i rilievi del fisco, per realizzare un piano di liquidazione ordinata della società. Il bilancio 2012 di Raetia si chiude con un rosso di 2,2 milioni, che ha azzerato il patrimonio e richiesto una ricapitalizzazione di 2,4 milioni da parte di Sparkasse. Ma sono i conti dei fondi a preoccupare. Diaphora 1, quello del crac Di Mario,
aveva un valore di apporto degli immobili di 203,8 milioni. Il valore di mercato a fine 2012 è sceso a 191,9 milioni, il valore di pronto realizzo, in caso di mancato accordo con le banche, precipita invece a 117,2 milioni.