Papa Francesco si è rivelato, un’altra volta, il Pontefice dei cambiamenti radicali. Questa volta, ha trattato il tema del celibato portando tutti allo stupore. Infatti, la sua risposta alla domanda sulla possibilità di una revisione del celibato ha risposto con un duplice “sì”.
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Il celibato ecclesiastico: la storia
Il celibato ecclesiastico si affermò nei primi anni del 4° secolo quando il Concilio di quella che oggi è Granada, ordinò a tutti i chierici di astenersi dal matrimonio, dall’avere rapporti sessuali e dal generare figli; in caso contrario avrebbero ricevuto come pena la deposizione. La norma fu ratificata, in Occidente, dal Papa Siricio, nel Concilio romano del 386, quindi da Innocenzo I e da vari Concili. In Oriente, invece, si ritenne opportuno autorizzare chi non si sentisse di praticare il celibato, a usare dei diritti coniugali. ll celibato è oggi rappresentato nella Chiesa cattolica come avente autorità apostolica. Teologicamente parlando, la Chiesa vorrebbe seguire l’esempio di Gesù nell’essere “sposato” unicamente con la Chiesa.
Ma, dato che il ruolo del celibato clericale non è una dottrina di fede ma una legge della Chiesa, si sono fatte diverse eccezioni e, in via di principio, può essere mutata in qualsiasi tempo da qualunque pontefice. Sia Papa Benedetto XVI che Papa Giovanni Paolo II hanno espresso chiaramente la loro volontà di non mutare tale disposizione.
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I preti, il matrimonio e il maschilismo
Secondo l’attuale Pontefice invece non c’è alcuna contraddizione nel fatto che un prete si sposi. Infatti, in occasione del decimo anniversario della sua elezione, nel corso di un’intervista rilasciata al portale argentinoInfobae, ha espresso il suo accordo per quanto riguarda la revisione del celibato sacerdotale. Papa Francesco ha, inoltre, fatto notare come tutti i membri della Chiesa d’Oriente, o coloro che lo desiderano, “sono sposati”. In aggiunta, ha tenuto a precisare che, nella Curia, ha incontrato un prete sposato, con moglie e figlio.
Il Papa ha anche dichiarato che, a volte, il celibato può portare al maschilismo e che per combatterlo, bisognerebbe nominare più donne in posti di responsabilità in Vaticano. Ad esempio, il Consiglio dell’Economia era composto da sei cardinali e sei laici che, naturalmente, erano tutti uomini. Nel rinnovarlo, Papa Francesco ha messo un uomo e cinque donne e, invece di mettere un vicegovernatore, ha messo una vicegovernatrice. Il governatore, Fernando Berges, si sente molto più aiutato, facendo intendere che le donne hanno un’altra metodologia: un senso del tempo, dell’attesa, della pazienza, diverso dagli uomini. Con questo, Papa Francesco non intende di certo sminuire gli uomini: “Sono semplicemente diversi e dovrebbero completarsi a vicenda, ma non solo in questo ambito”, ha detto il Pontefice.
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