Torna all’interno di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Roma Mauro Balini ed è anche conosciuto come il patron del Porto Turistico di Roma. L’imprenditore romano che opera principalmente sul litorale ostiense – nel settore turistico e immobiliare – già arrestato nel lontano 2015 dalle Fiamme Gialle per associazione a delinquere finalizzata a fatti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni.
L’operazione in cui Balini è al centro delle indagini è stata denominata Ultima Spiaggia e proprio oggi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito il decreto di confisca (emesso dalla locale Corte di Appello e divenuto definitivo all’esito della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione) del patrimonio mobiliare e immobiliare di Balini, per un valore stimato di oltre 460 milioni di euro.
Mauro Balini e i rapporti con il clan Fasciani Spada
I successivi approfondimenti economico-patrimoniali condotti dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria sul reticolo societario riconducibile a Balini – anche tramite imprese estere o intestate a familiari o compiacenti prestanome – hanno consentito di disvelare la disponibilità di beni in misura assolutamente sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati e la provenienza di parte degli stessi quale provento e/o reimpiego dei delitti contestati.
Inoltre, sono stati acclarati rapporti con esponenti delle organizzazioni malavitose egemoni ad Ostia, come i clan Fasciani/Spada. Proprio a loro Balini concedeva, a prezzo irrisorio o addirittura a titolo gratuito, la gestione di attività presso stabilimenti balneari o la gestione del parcheggio interno al citato porto turistico.
Ultima Spiaggia: le confische nei confronti di Mauro Balini
Il decreto eseguito in data odierna, che determina la definitiva acquisizione dei beni da parte dello Stato, ha ad oggetto la quasi totalità di quanto sottoposto a sequestro e a confisca di primo grado, rispettivamente, nel 2016 e nel 2019, a seguito di provvedimenti emessi dal Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione su richiesta della locale Procura della Repubblica, vale a dire:
- quote societarie, capitale sociale e intero patrimonio aziendale di 13 società;
- 522 unità immobiliari e 28 terreni siti in Roma, per lo più facenti parte del complesso “Porto turistico di Roma”, che ha continuato ad essere operativo, dal 2016, sotto il controllo di amministratori giudiziari;
- 6 autoveicoli;
- crediti societari e disponibilità finanziarie.
L’odierna operazione testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica, del Tribunale e della Guardia di Finanza di Roma volto a individuare le ricchezze illecitamente accumulate per restituirle alla collettività, anche ricorrendo agli istituti di aggressione patrimoniale previsti dalla c.d. “Codice Antimafia” del 2011.