Ha quasi dell’incredibile, la notizia diffusa oggi dalla Questura di Roma.
Il Primo Dirigente della Polizia di Stato Antonio Franco, già Dirigente del Commissariato “Lido di Roma”, da poco sostituito e attualmente trasferito presso la Questura di Lucca, questa mattina è stato sottoposto agli arresti domiciliari dai suoi stessi colleghi che, al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, hanno dato esecuzione all’ordinanza n. 53277/2015 R.G.N.R. e n. 30625/2015 R.G. GIP emessa ieri dal Tribunale di Roma – Ufficio GIP, con la quale è stata applicata per l’appunto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Pesanti i reati di cui è stato accusato il conosciutissimo Comandante, che ha operato in tutto il territorio compreso tra Ostia, Pomezia e Torvaianica.
Come riportato dal comunicato, si tratta del “del reato di cui agli artt. 81 capoverso, 110, 318, 319, 321 c.p., perché F. A. quale Dirigente del Commissariato di P.S. “Lido di Roma”, pubblico ufficiale, per la vendita della sua funzione e per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio anche sotto il profilo della violazione dei doveri di imparzialità della P.A..
In pratica, corruzione.
Per l’accusa, il Primo Dirigente sarebbe “intervenuto” a seguito di controlli nelle sale giochi gestite da Mauro C. “effettuati dal personale di P.S. appartenente al Commissariato da lui diretto, per risolvere le questioni insorte, assicurando un esito favorevole delle procedure amministrative attivate o, comunque, di minore pregiudizio”, avrebbe informato Carfagna “del controllo imminente presso la sala giuochi Star Vegas sita in via delle Canarie n. 2 (programmato ed eseguito l’11.1.2016) e nel suggerire le condotte elusive da intraprendere al fine di occultare le irregolarità in atto”, avrebbe consentito a C. “di eludere l’esecuzione di uno sfratto esecutivo, impedendo l’intervento della forza pubblica in ausilio dell’Ufficiale giudiziario (in data 28.1.2016)” e si sarebbe adoperato “affinché non risultasse presso le sale del C. la presenza di Ottavio Spada (detto Marco)”.
“Nell’adoperarsi – anche sollecitando altri appartenenti alla P.S. in servizio presso uffici diversi – per la rapida e positiva conclusione di pratiche di interesse del C. (rilascio di autorizzazioni di nuove sale giuochi, rilascio di passaporti, ecc.) riceveva il pagamento da parte del C. del canone mensile di locazione dell’appartamento in Ostia, via Orlando n.52 (utilità corrispondente alla misura non inferiore ad Euro 4.000,00) che Franco utilizzava per ivi alloggiare e incontrarsi con la donna con la quale intratteneva una relazione amorosa”, prosegue la Questura.
Ma non è tutto. Ci sono anche il falso ideologico e l’accesso abusivo al sistema informatico
Franco si sarebbe infatti macchiato “del reato di cui agli artt. 81 cpv., 476 e 479, 61 n. 2 c.p. perché, al fine di assicurarsi l’impunità dal reato di cui al procedimento R.G. 59872/15, producendole quali documenti a supporto delle indagini difensive, formava le relazioni di servizio artatamente datate 6 novembre 2015 e 14 novembre 2015 nelle quali descriveva attività di osservazione dal terrazzo di via Paolo Orlando n. 52 mai effettuate”, e “del reato di cui agli artt. 48, 615 ter 1°, 2° n. 1 e 3° comma c.p. perché, inducendo in errore un operatore di polizia in servizio presso il Commissariato di P.S. Roma “Lido”, che ragionevolmente confidava nella legittimità della richiesta proveniente da un dirigente della Polizia di Stato ed effettuava materialmente l’accesso, abusivamente (siccome finalizzato ad acquisire informazioni che esulavano da esigenze d’ufficio essendo legate esclusivamente a ricostruire informazioni sulla vita privata dell’ex compagno della donna con la quale intrattiene una relazione affettiva) si introduceva nel sistema informatico nella disponibilità degli Uffici di P.S., protetto da misure di sicurezza, al fine di risalire alle generalità dell’intestatario di un’autovettura; con le aggravanti di aver commesso il fatto con abuso dei propri poteri di pubblico ufficiale nei confronti di sistemi informatici relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica”.
Ma se per il Primo Dirigente la misura cautelare è degli arresti domiciliari, è andata peggio per Mauro C., gestore di diverse sale giochi nel territorio di Ostia, a cui è stata data la custodia cautelare in carcere.
Sono state inoltre eseguite perquisizioni presso le sale giochi di Ostia e la sede legale, ubicata nel Comune di Ceccano, delle società che le gestiscono, di cui è socio e amministratore C.
L’attività di indagine, spiega la Questura, ha evidenziato la pericolosità sociale di C., “inserito in un contesto criminale lidense di indubbio spessore: dall’attività tecnica condotta sono, infatti, emersi i contatti e la costante presenza presso le sale giochi da lui gestite di esponenti della criminalità di Ostia, quali PERGOLA Roberto e Ottavio SPADA, detto Marco. Quest’ultimo, in particolare, è diventato una sorta di protettore e socio occulto delle sale gioco di C.: gestisce il bar ubicato all’interno di una di esse, anche se formalmente tale attività di ristoro risulta inattiva; immette del denaro per l’ordinaria gestione dell’attività commerciale; a lui spettano le decisioni anche sul personale impiegato nelle sale gioco; inoltre la sua presenza, quasi fissa, all’interno delle predette sale, è ritenuta indispensabile da C. per non avere nessun problema coi diversi pregiudicati che le frequentano”.
Clamoroso, arrestato l’ex dirigente del Commissariato di Polizia di Ostia
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