Le Fiamme Gialle di Pomezia, vista l’imponenza dell’operazione e la vastità dell’area da coprire, stanno lavorando insieme ai colleghi del Comando Provinciale di Roma con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia: in tutto 150 uomini, tra cui diverse unità cinofile antidroga, ed un elicottero. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse su disposizione della Procura di Roma nei confronti di persone appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita allo spaccio ed al traffico di sostanze stupefacenti nel litorale romano, soprattutto nel tratto tra Torvaianica ed Anzio.
Al momento i finanzieri stanno ancora cercando altri 4 uomini per i quali sono state emesse le ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tra gli arrestati ci sono 9 italiani, mentre gli altri sono tutti albanesi e rumeni. 7 le donne della banda, che si occupava prevalentemente di spaccio di cocaina. La droga veniva presa nel Nord Italia e portata prima a Roma attraverso frequenti viaggi in auto, e poi smerciata sul litorale.
L’operazione ha portato allo smantellamento della pericolosa organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti nel litorale romano e in particolare operante nelle zone di Torvaianica, Tor San Lorenzo, Pomezia, Ostia, Acilia e Vitinia: tra questa notte e questa mattina sono stati sequestrati oltre dieci chili di cocaina, una pistola “Beretta” completa di dodici cartucce e due autovetture di grossa cilindrata. L’operazione, ribattezzata “Balcani Drug”, è l’epilogo di un’indagine avviata nel mese di settembre del 2009 dalle Fiamme Gialle della compagnia di Pomezia sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Roma. Il sodalizio criminale, composto da albanesi, italiani e rumeni si era fortemente ramificato nel territorio di Pomezia nonchè nel litorale romano e riusciva ad immettere sul mercato notevoli quantitativi di stupefacente, per lo più di cocaina, grazie anche ad una efficiente e fitta rete di pusher, capaci di smerciare in maniera capillare le dosi confezionate.
Le indagini hanno permesso di accertare che i proventi dell’illecita attività hanno dato la possibilità ai due leader dell’organizzazione, due pregiudicati albanesi, di acquistare in Albania numerosi alberghi, residence ed altri immobili. Le intercettazioni ambientali e telefoniche, che si sono avvalse anche dell’utilizzo di sofisticati sistemi di posizionamento e di localizzazione di apparati telefonici, hanno permesso di delineare il modus operandi del gruppo, i canali di approvvigionamento ed i ruoli dei componenti.
L’organizzazione si approvvigionava nel nord Italia , a Milano e Prato, nonchè all’estero, in Olanda e Spagna; alcuni membri erano disoccupati, mentre altri erano lavoratori dipendenti o titolari di piccole imprese operanti, a seconda dei casi, nel settore meccanico ed edile.
“Questa è la risposta a chi diceva che la Compagnia di Pomezia non stava lavorando bene”, hanno commentato da via Cavour. E’ infatti solo grazie al lavoro fatto dai finanzieri pometini che la il grosso giro è stato scovato. Il lungo lavoro di indagine seguito all’arresto dei primi pusher ha infatti portato man mano a scoprire i restanti componenti della banda, che, appena arrivata la disposizione da parte della Procura, sono stati tradotti in carcere.