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Omicidio a Torvaianica Alta, condannato a 16 anni Jason Peter Marshall

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È finita anche a livello giudiziario la vicenda dell’omicidio di Vincenzo Iale, il 68enne di Torvaianica Alta rinvenuto cadavere all’interno della sua abitazione di via Mar dei Coralli 1, il 3 febbraio del 2013. Jason Peter Marshall, il 27enne inglese originario di Greenwich, è stato riconosciuto colpevole dai giudici della I Corte d’assise d’appello di Roma e condannato a 16 anni di reclusione, invece dei 22 anni inizialmente inflitti dalla Corte d’assise di Frosinone nel luglio del 2014. Il giovane, che adescava in specifiche chat omosessuali allo scopo d’incontrarli e poi rapinarli, era stato arrestato nella notte tra il 21 e il 22 febbraio 2013 in flagranza di reato per tentato omicidio: stava infatti per uccidere anche un altro uomo, il 55enne Umberto Gismondi.
Quella notte, Marshall, che era riuscito ad ottenere da Gismondi un appuntamento nell’abitazione del 55enne, a Casal Morena, aveva aggredito l’uomo e, dopo avergli spruzzato sul viso dello spray urticante, lo aveva legato utilizzando del nastro adesivo per bloccargli mani e gambe. Una volta immobilizzato il giovane aveva iniziato a colpire Gismondi con calci e pugni, minacciandolo di morte se non gli avesse consegnato i soldi e fornito i codici di accesso per effettuare dei prelievi con le sue carte di credito. La vittima aveva quindi consegnato il suo portafogli con i 400 euro in contanti in esso contenuti. Ma il giovane, dopo averlo trascinato nella sala da pranzo, sotto la minaccia dell’arma aveva proseguito a picchiarlo ripetutamente, esortandolo a fornirgli i codici delle carte di credito. Le violenze proseguirono anche all’interno della camera da letto, dove con la bocca chiusa dal nastro adesivo la vittima era stata nuovamente picchiata rischiando il soffocamento dopo che l’aggressore gli aveva premuto anche un cuscino sul volto.
L’uomo è riuscito a salvarsi solo grazie all’intervento della polizia, chiamata dai vicini insospettiti dalle urla.
Nel corso dei successivi accertamenti, emersero indizi in merito all’omicidio di Vincenzo Iale, sul quale stavano indagando i carabinieri di Pomezia. Anche in questo caso Marshall aveva conosciuto la vittima sulla chat e si era recato nell’appartamento dell’uomo, che era stato meno fortunato di Gismondi. Il giovane inglese, infatti, dopo aver avuto con lui un rapporto sessuale, lo aveva ucciso per sottrargli il bancomat, colpendolo con numerose coltellate al torace e strangolandolo con un filo elettrico intorno al collo.
Ora Marshall dovrà restare a lungo in carcere. La riduzione di pena da 22 a 16 anni è stata motivata col fatto che gli sono state concesse le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti contestate, nonché disposta la sua assoluzione dalle accuse riferite a una rapina e un danneggiamento. I giudici hanno comunque disposto che, a pena espiata, il giovane inglese passi non meno di tre anni in una Casa di cura e custodia.

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