Gli omicidi a Roma sono stati spaventosamente tanti, troppi, in questa fine del 2022. E non solo: omicidi, sequestri, violenze per le strade. La descrizione è quella di una città non sicura. Sembra di leggere notizie che arrivano da città del Messico. E, invece, siamo nella Capitale. L’ultimo episodio con il quale si è chiuso il 2022 è il capolinea di una serie macabra di eventi: l’accoltellamento di una turista israeliana di 24 anni alla stazione Termini, la sera di San Silvestro. Ma, comunque, a partire dalla metà del novembre scorso, le prima pagine delle cronache hanno riportato fatti cruenti, tinti di rosso, di follia e di violenza.
Omicidi a Roma: il sangue scorre per la Capitale negli ultimi mesi
Il primo di questa lunga serie porta il nome di Giandavide De Pau – conosciuto per essere l’autista personale di Michele Senese e già finito nelle carte sul ‘Mondo di Mezzo’ di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati – che uccide tre donne nel giro di un’ora. A morire sono Li Yan Rong, 55 anni; Yang Yun Xia, 45 anni e una cittadina colombiana. Tutte e tre nel giro della prostituzione nel quartiere Prati – la Roma bene. Il killer le ha pugnalate violentemente durante il rapporti sessuali e poi aveva cercato di far perdere le proprie tracce. Ma non è un caso isolato, perché anche altre donne verranno uccise solamene 25 giorni dopo.
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La strage di Fidene: 4 donne uccise
Di fatto, a distanza di 25 giorni dal triplice delitto di De Pau, un nuovo fatto di sangue è destinato a sconvolgere la Capitale. Questa volta siamo a Fidene, qui quattro donne vengono uccise nel gazebo di un bar a Fidene. Oltre a loro, altre tre persone vengono gravemente ferite durante l’incursione del killer. Una carneficina in piena regola. Il killer, Claudio Campiti, poco prima aveva portato via una pistola dal poligono a Tor di Quinto dove si allenava da tempo e l’aveva usata nel modo peggiore compiendo una strage. Gli omicidi in questione erano avvenuti durate un riunione di condominio tra appartenenti al Consorzio Valleverde in provincia di Rieti. La gente da quelle parti è ancora sconvolta e preoccupata: “Poteva capitare anche a me. Sai quante volte ho litigato con il vicino?”, è il commento al bar la mattina seguente, come riporta anche l’agenzia AGI. Tutti da quel giorno ci sentiamo le possibili vittime di un raptus folle e violento. Quel che è peggio, è che prima di diventare un killer, Campiti era stato una persona con una vita tranquilla: ex-assicuratore, una ex-moglie che lavorava per le ambasciate, i figli alla scuola francese Chateaubriandt. Insomma, una vita borghese e agiata sfociata nei terribili omicidi che vi abbiamo raccontato.
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Accoltellato in strada per gelosia
Ma l’incubo Capitale prosegue, perché nella notte tra il 22 e il 23 dicembre, a poco più di 24 ore dalla vigilia di Natale, un altro omicidio scuote la Capitale: questa volta un uomo, Nazzareno Paolo Teti, 52 anni, originario di Vibo Valentia, viene brutalmente ucciso da un coltellata al collo, in mezzo alla strada, a via della Borghesiana, alla periferia est di Roma. Qualche ora dopo, gli agenti fermano l’aggressore: un 47enne albanese fermato grazie all’incrocio tra le immagini delle di telecamere di sorveglianza della zona e le testimonianze acquisite dagli inquirenti. Questa volta il movente è la gelosia nata dalla relazione che l’uomo aveva con la moglie del killer.
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Rapimento Danilo Valeri
Quella stessa sera, poi, un ragazzo viene rapito fuori da un ristorante di Sushi da un ‘commando’. Il ragazzo è appena 20enne: si tratta di Danilo Valeri, figlio di Maurizio, anni 46, gambizzato a maggio scorso nel corso di quello che sembrò essere un regolamento di conti negli ambienti del narcotraffico e racket delle case popolari. Tutta la città, per ore ed ore, rimane col fiato sospeso, finché il ragazzo viene ritrovato. Le indagini sono ancora in corso per capire chi sia stato il vero mandante del rapimento.