Una corsia preferenziale per lo scoop quella che un carabiniere e un politico di Mazara del Vallo avrebbero apparecchiato per Fabrizio Corona, ex fotografo e tra i personaggi più controversi dello showbiz italiano. La sua popolarità, amata o odiata, deve aver fatto gola ai due, che hanno tentato di vendergli 786 documenti riservati sul boss Matteo Messina Denaro, simbolo delle stragi di Stato del ’92.
Traffico di informazioni riservate su Matteo Messina Denaro
Il Carabiniere P., approfittando della sua posizione in servizio al N.O.R. della Compagnia di Mazara del Vallo, avrebbe avuto libero accesso ai sistemi informativi per poter trafugare il materiale relativo alle indagini del padrino di Cosa Nostra.
Tra le mani del “re del gossip” era atteso un fascicolo di 786 documenti. A fare da tramite un consigliere comunale del luogo, R.: lui avrebbe interloquito direttamente con Corona, avanzando un’offerta economica per lo scambio di notizie. Ora carabiniere e consigliere sono ai domiciliari, indagati a vario titolo per accesso abusivo al sistema informativo, violazione del segreto d’ufficio e ricettazione. Nelle indagini, però, è finito anche l’ex paparazzo contattato dai due.
Uno scoop esclusivo: la trattativa andava avanti da maggio
L’indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. Non è la prima volta che Fabrizio Corona finisce sotto indagine per aver tentato di portare a casa uno scoop su Matteo Messina Denaro. Già dopo la cattura del latitante, a gennaio, l’ex fotografo ebbe accesso a una serie di audio e chat tra il boss e alcune pazienti che aveva conosciuto in clinica. Corona per questo motivo finì sotto intercettazione. A distanza di mesi, sono state di nuovo le intercettazioni a vederlo coinvolto in un nuovo scoop, ma con protagonista se stesso.
La contrattazione per i 786 file riservati sarebbe andata avanti almeno da maggio, quando Corona riferì al telefono, intercettato, di uno “scoop pazzesco”. Il 25 maggio avrebbe incontrato il carabiniere e il consigliere comunale per i dettagli, facendo una copia dei file che volevano vendergli. Quei file però non sono mai stati pubblicati, perché Corona ha preferito tenerli riservati e confrontarsi con un collega. Un materiale talmente delicato, che gli fu consigliato di rivolgersi alla polizia.