NUOVA CALIFORNIA O NUOVO BRONX?
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I problemi segnalati nell’articolo sul quartiere “Le Torri” sono sempre più sentiti dai cittadini, che non riuscendo ad avere risposte concrete dalle istituzioni si rivolgono ai Comitati di Quartiere ed alla stampa, quantomeno per far sentire la loro voce e porre l’attenzione su questioni che ormai mettono a repentaglio la loro tranquillità, quando non addirittura la loro sicurezza fisica. Ed è a noi, come organo di stampa, ed a Piero D’Angeli, presidente del CdQ Nuova California, che una lettrice si è rivolta, illustrando le condizioni di vita in un quartiere dove villette molto belle si affiancano ad uno stato di degrado degno di una bidonville. “Gentile Presidente del CdQ Nuova California, Gentile Direttore del Corriere della Città – scrive la lettrice – vivere a Tor San Lorenzo, o meglio nella zona della Nuova California, per me – nata e cresciuta a Roma, abituata alla periferia e alla borgata – sarebbe dovuto essere un sogno, perché sono passata da un chiassoso e davvero brutto condominio ad un villino con giardino. Peccato che, oltre a questa differenza, tutto il resto sia peggio di quello che ho lasciato. Frequento questo paese dal 1994: per 8 anni sono venuta in vacanza qui, nel 2003 mi ci sono stabilita. Amante del mare e del verde, credevo di trovare un’isola felice per preparare al meglio i miei esami universitari o semplicemente vivere tranquilla, lontano dal traffico, dallo smog e dai palazzoni condominiali romaniDa anni mi sento ripetere che stanno per arrivare i servizi che dovrebbero rendere questo quartiere vivibile: speranze disilluse. Oggi come allora, con una figlia, aspetto con ansia servizi che non arrivano, e chissà quando arriveranno. Nel 2003 mi mossi per chiedere il gas diretto, ma oggi stiamo ancora con le bombole. Chiesi l’acqua diretta, ma oggi paghiamo ancora il pozzo. Cavolo, mi dico, sono passati 7 anni!!!! E mi rendo conto che troppi ne passeranno se continueremo ancora a vivere nel silenzio delle nostre case, aspettando che qualcosa avvenga da sola. Da sola non mi posso muovere, c’è bisogno dell’aiuto di tutti, bisogna viverlo il territorio,partendo dalle azioni più comuni come rispettare l’ambiente, denunciare il degrado, chiedere spazi vitali, pretendere sicurezza. Da qualche anno Tor San Lorenzo è diventata invivibile: prostitute, rom, extracomunitari senza fissa dimora, sembra di essere nel bronx, alle sette di sera è quasi impossibile uscire di casa per paura che ti succeda qualcosa. E’ arrivato il momento di dire basta, ma dove sono le Istituzioni? E dove sono i cittadini? Li ho visti, tanti e uniti, solo a Luglio,quando per 4 giorni il Comitato di Quartiere organizza una bella festa: lì ci ricordiamo che esiste un Comitato e ci dimentichiamo dei problemi. E nel resto dell’anno, che facciamo? Ricordiamocelo tutto l’anno il nostro quartiere. Perché camminando per le strade devo vedere rifiuti sparsi ovunque? Perché non posso portare mia figlia al parco, ancora chiuso in attesa che finiscano i lavori? Abbiamo un litorale che potrebbe essere una grandissima fonte di ricchezza e non lo sfruttiamo, anzi, lo stiamo distruggendo. Abbiamo un quartiere che non avrebbe nulla da invidiare a quelli residenziali di Roma, eppure c’è da vergognarsi a girare per le strade. Allora mi prendo come impegno di ridere in faccia alla prossima persona che nei bar,al supermercato, nei negozi, si lamenterà del degrado di questo quartiere… essere cittadini non vuol dire solo pagare tasse ma anche pretendere di vivere in un territorio pulito e sicuro!!!!”.\n\nCosa aggiungere? La lettrice ha ben descritto non solo i problemi del suo territorio, ma anche l’indifferenza di molti che a parole sanno lamentarsi, ma poi non fanno nulla per migliorare la situazione. I cittadini dovrebbero avere la consapevolezza che, oltre a pagare le tasse, possono fare qualcos’altro per la società: pretendere di vivere meglio, chiedendo a chi di dovere maggior controllo, maggiore pulizia, maggiori servizi. “Chiedere è la metà di avere”, dice un proverbio. Ma se non si chiede, e non lo si fa nel modo corretto, non si avrà mai nulla…\n\nVi riportiamo l’articolo pubblicato sul cartaceo di marzo, invitandovi a mandare suggerimenti, commenti, proposte ed iniziative da girare al CdQ ed all’amministrazione comunale. Saremo felici di fare da tramite, se questo può essere utile a migliorare le condizioni di vita degli abitanti del quartiere.\n\n“Uno dei fenomeni che, purtroppo, caratterizzano il territorio comunale di Ardea è la microcriminalità, che a volte sfocia anche in grosse organizzazioni malavitose. La colpa forse è della conformazione territoriale, talmente vasta da non poter essere tenuta sotto controllo nella dovuta maniera in tutti i suoi punti. Ma la situazione, che troppo spesso degenera in cronaca nera, ha portato all’esasperazione i cittadini. Le reazioni, comunque, sono differenti: c’è chi cerca di reagire, magari riunendosi in associazioni per far sentire la loro voce, e chi, al contrario, preferisce far finta di nulla, almeno fino a che non gli succede nulla. “E’ questa mentalità che dobbiamo combattere – afferma Piero D’Angeli, presidente del Comitato di Quartiere della Nuova California – reagendo ad una situazione inaccettabile che è in crescita giorno dopo giorno. Qui si sono ormai instaurate vere e proprie bande di spacciatori, delinquenti, svaligiatori di appartamenti e prostitute: se nelle ore serali si guarda il litorale – da Colle Romito sino a Marina di Ardea – è un susseguirsi continuo di ragazze sul ciglio della strada, vestite in maniera decisamente poco dignitosa, che svolgono una vera e propria attività illegale sotto gli occhi di tutti”. Ma questo non è l’unico problema: lo spaccio di sostanze stupefacenti è ormai diventato quasi come un normale commercio e si svolge negli ormai conosciuti luoghi di ritrovo degli spacciatori: nel complesso le Torri, alle Salzare, presso il Patio,ma anche nelle scuole medie.\n\n“Quello che preoccupa noi cittadini “regolari”, ossia che lavoriamo e paghiamo le tasse – aggiunge D’Angeli – è la massiccia presenza di Rom ed extracomunitari che hanno dimostrato chiaramente di non volersi integrare nella nostra società, non volendo rispettare quelli che sono i principi base per una sana e rispettosa convivenza locale. Tutti conoscono il problema legato all’insediamento abusivo di Rom all’interno del complesso “le Torri” alla Nuova California: sono anni che come Comitato ci battiamo per ripristinare la legalità nel nostro quartiere, ma nulla ancora è cambiato. Gli appartamenti continuano a essere occupati illegalmente da persone che vivono di espedienti ed in modo vergognoso, senza nessun servizio, in case che non dovrebbero nemmeno essere abitate. Quotidianamente i cittadini che vivono nella parte alta del quartiere devono assistere a scene di violenze e di soprusi di ogni genere, bambini che girano tutto il giorno nel quartiere in cerca di vestiti o di generi alimentari, e che la maggior parte della giornata invece di stare a scuola sono davanti ai supermercati a chiedere l’elemosina”.\n\nUltimamente sulle testate regionali si è letto spesso che il sindaco di Roma vuole dare una vita più dignitosa a queste persone. “E la noi chi garantisce una vita più dignitosa? Perché l’Italia è diventata una “discarica” in cui il resto dell’Europa fa confluire tutti i problemi degli altri paesi? Noi locali siamo ormai stanchi di queste situazioni! Per quale motivo ci alziamo la mattina per andare a lavorare e quando andiamo al bar a fare colazione loro sono già lì a bere birra? Come fanno a passare intere giornate seduti a bere, fumare e giocare al “gratta e vinci” senza andare a lavorare? Come mai il numero dei furti negli appartamenti è in continuo aumento ogni giorno che passa?”.\n\nQuesta situazione, che sicuramente rispecchia la realtà, sta portando ad avere un atteggiamento sempre più tendente al razzismo anche nei confronti di quegli extracomunitari che vengono in Italia e lavorano onestamente per vivere, creando un circolo vizioso dal quale sarà difficile uscire.\n\n“Non vogliamo essere razzisti a priori – spiega D’Angeli – ma essere liberi di vivere nel nostro quartiere, che in realtà non è più nostro, visto che dobbiamo aver paura di percorrerne le strade. Abbiamo bisogno che le Istituzioni si mettano al nostro fianco per trovare la soluzione a questi problemi, mentre a volte notiamo che c’è troppa passività: perché, ad esempio, non vengono sequestrate tutte quelle automobili fatiscenti che sappiamo a priori essere nella maggior parte dei casi rubate, senza assicurazione e prive di altri documenti in regola?”. Il problema dei “clandestini” ricade anche sulla sanità. “Ultimamente ci siamo recati presso la postazione del 118 di Tor San Lorenzo, dove ci è stato riferito che la maggior parte delle chiamate di soccorso che ricevono viene effettuata da nomadi ed altri extracomunitari per accoltellamenti, risse o incidenti stradali causati da stranieri ubriachi o drogati. Ci rendiamo di certo conto che per le autorità non è un lavoro facile dover gestire questa situazione, ma più tardiamo l’inizio della “ristrutturazione” e più il disagio aumenterà, fino ad arrivare alla impossibilità totale di recupero”.\n\nMa non sono solo le ore notturne ad essere teatro di atti illeciti: in alcune zone anche di giorno si vive nell’illegalità. “Ma se queste cose le vedono i comuni cittadini, perché chi dovrebbe fare qualcosa non le nota? – prosegue D’angeli – non sono i Comitati che devono dare questa risposta ai cittadini. Anzi, siamo noi Comitati che le rivolgiamo alle autorità, perché il nostro non è uno sfogo, ma una richiesta di aiuto, visto che la situazione è ormai insostenibile: ci stanno rimettendo anche i nostri figli, che cadono sempre più spesso vittime della droga e della delinquenza. Vogliamo rispettare tutti, italiani e stranieri, ma vogliamo anche essere rispettati, e per questo ricordiamo quanto recita l’art.1 della Costituzione:”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” (ma devono lavorare!) e l’art.3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (ma devono rispettarla la legge!)”. A dimostrare quanto esposto il Comitato ci fornisce una serie impressionante di foto: ovviamente non possiamo pubblicarle tutte per ragioni di spazio, ma basta farsi un giro nel territorio per rendersi conto di molte cose…”.