La cucina italiana è una cosa seria, ma è reinterpretata sempre e comunque dai turisti. Un’abitudine a cui ora gli intransigenti della tradizione dicono no. Ristoratori e “attivisti della pastasciutta” si sono riuniti ieri a Roma per opporsi alle rivisitazioni culinarie che gli stranieri suggeriscono dei piatti italiani agli chef. Pollo nella pasta e panna sulla carbonara sono solo alcune delle abitudini sbagliate contro cui si sono scagliati ieri alcuni ragazzi, riuniti a Fontana di Trevi con tanto di cartelli di protesta.
“No cappuccino with the pasta, please!”: gli attivisti della buona forchetta a Fontana di Trevi
Un gruppo di persone alla Fontana di Trevi, nel centro storico di Roma, ha messo così in atto una singolare protesta esponendo dei cartelli con alcune scritte: “Adding chicken to the pasta is a crime in Italy”, “Stop putting cream in your carbonara!” e ancora “No cappuccino with the pasta, please!”.
Non è la prima volta che i cultori del cappuccino tentano di istruire i visitatori. Solo poche settimane fa circolava un video di una ragazza a Piazza Navona e al Pantheon, in cui chiedeva ai visitatori di non bere il cappuccino dopo le 12.
Lo stesso appello arriva questa volta da Nicolas Calia, influencer che da Salemi, in Sicilia, a Roma, si oppone ad associazioni dubbie come il cappuccino a cena o il ketchup sugli spaghetti. Calia gestisce la pagina Instagram “Visit Sicily”, dove promuove i piatti tipici siciliani e la tradizione del Made in Italy, avvicinando i follower alle bellezze del Bel Paese.
La protesta di Calia, partita dal centro storico di Roma, si è diffusa sui social per difendere innanzitutto la carbonara, il tradizionale piatto romano, ma anche contro il cappuccino bevuto durante il pranzo, con pizza o pasta, altra abitudine dei turisti molto criticata.