Maxi multa del Garante della Privacy alla Rinascente. La catena di grandi magazzini è accusata infatti di aver venduto a Facebook dati sensibili dei clienti e mail private. La truffa avveniva nel momento in cui il cliente sottoscriveva la fidelity card, la tessera sconto. E attenzione, perché il numero delle persone potenzialmente coinvolte è altissimo: due milioni di clienti.
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Così la Rinascente ha truffato i propri clienti
Una truffa in piena regola. E’ quella in cui sono incappati due milioni di clienti de ‘La Rinascente’, la popolare catena di grandi magazzini di proprietà thailandese. Tutti coloro che hanno sottoscritto la fidelity card, volgarmente chiamata tessera sconto, rischiano di vedere finiti i propri dati sensibili a Facebook. Già, perché La Rinascente ha violato i principi di integrità e riservatezza, correttezza e liceità. L’accertamento ispettivo condotto dal Nucleo Speciale Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, presso la sede della Rinascente, ha evidenziato alcune inosservanze della normativa sulla tutela dei dati personali. A cominciare dall’informativa, in cui non erano stati indicati i tempi di conservazione dei dati per finalità di marketing e di profilazione e non veniva indicata l’attività svolta mediante Facebook-Meta. E così, di fatto, gli indirizzi mail dei clienti venivano inviati alla società di Zuckerberg. Il tutto, ovviamente, all’insaputa dei clienti.
Trecentomila euro di multa: perché la sanzione è così alta
Il Garante della Privacy ha scoperto la truffa e ha multato la Rinascente con una sanzione amministrativa pari a 300mila euro. La somma è particolarmente alta perché è stato valutato, tra i parametri, l’elevato numero delle persone coinvolte: oltre due milioni. Oltre anche alla durata dell’iscrizione e la capacità economica della società. Come attenuanti, invece, c’è la mancanza di precedenti procedimenti a carico de La Rinascente, la tempestiva adozione di misure correttive e la grave crisi socio-economica in atto.