“La politica ci ha dormito sopra” è l’accusa di Antonio Abate, riferendosi alla vicenda Suvenergy che a 4 giorni dall’ultima riunione fissata per la conferenza di servizi che dovrà dare il definitivo parere sulla realizzazione del mostro, può ormai tranquillizzarsi sull’esito dell’incontro.
Dopo riunioni di commissione, più di una delle quali non deliberante per mancanza del numero legale, dopo quattro conferenze di servizi e manifestazioni cittadine che hanno visto la presenza degli stessi consiglieri di maggioranza e opposizione, la conclusione è un nulla di fatto perlomeno nei tempi necessari ad ottenere il minimo risultato. Oltre un anno e mezzo fa un gruppo di cittadini rivelò la presenza a due passi dalle loro case di un impianto a biogas del quale nessuno dei responsabili dell’amministrazione pareva fosse a conoscenza; dettero la colpa degli odori nauseabondi a quattro povere bufale che nulla c’entravano con quel terribile disagio, e quando dopo mesi fu impossibile continuare a nascondere l’esistenza di quell’impianto fu chiaro a tutti che l’amministrazione non aveva fatto nulla per proteggere il territorio da questo tipo di insediamenti.
Il presidente del consiglio di allora, facendo seguito ad una presa di posizione unanime dei consiglieri che si dichiararono contrari ad ogni tipo di impianto di questo genere sul territorio di Ardea, disse chiaramente che sarebbe stato indispensabile ed urgente dotare il comune di un apposito regolamento che quantomeno ne normasse la collocazione. Quelle parole tuttavia rimasero inascoltate e quando sul territorio, e sempre su segnalazione dello stesso gruppo di cittadini, arrivò l’allarme per l’imminente realizzazione di un’altra centrale a biogas in località Caronti, nulla accadde perché nessuno si era preoccupato nel frattempo di intervenire presso gli uffici. Furono i cittadini a presentare appena in tempo in Regione una memoria ostativa all’impianto che fortunatamente ebbe il suo effetto: i cittadini denunciavano la mancata valutazione del rischio di incidente rilevante per la prossimità nel sito prescelto ad un altro insediamento pericoloso, l’area di stoccaggio gas della Fiamma 2000. La Regione Lazio accolse la nota e rimandò alla valutazione di impatto ambientale la pratica presentata da Biovis.
Intanto la “politica” dormiva, per usare le parole di Abate, e quando quest’estate, e sempre su segnalazione degli stessi attenti cittadini, fu reso noto il progetto del mostro a biogas a Montagnano, tutti caddero dalle nuvole ed iniziò un gran darsi da fare, ma senza mai concludere nulla di concreto.
Oggi la situazione è paradossale, perché mentre si tenta di chiudere la stalla ormai vacante delle bufale fuggite, nuovamente si riaffaccia sul tavolo del sindaco il progetto ripresentato da Biovis per realizzare la quarta centrale che insiste nel territorio. Anche in questo caso nessuno dei politicanti di professione era informato e solo grazie alla pubblicazione della documentazione di progetto a cura della Regione Lazio che i cittadini sono venuti a conoscenza di questo nuovo insediamento.
Non si può più parlare di disattenzione o di scarsa informazione; i cittadini sono convinti che si stia facendo teatro per coprire interessi che non vanno nella direzione auspicata dai più; basta chiedersi per quale motivo, ieri, in Consiglio comunale, nessuno si sia preso la briga di chiedere al Sindaco per quale motivo, seppur informato, non abbia mai avvertito almeno i consiglieri della sua maggioranza.
Mario Savarese