La famiglia del calciatore 26enne, deceduto dopo un malore sul campo, ha annunciato una querela per capire se ci sia stato qualche negligenza nella catena dei soccorsi.
Intanto, la comunità di Castelfiorentino è sotto choc per quanto accaduto al giovane atleta, che appena una settimana fa era andato a convivere con la fidanzata Stefania in un appartamento nella zona dello Stabbio.
Il calciatore Mattia Giani muore a 26 anni
Si è accasciato in campo mentre stava disputando la partita che segnava il suo ritorno in squadra, dopo un’assenza forzata per via di un infortunio. Al 14esimo minuto del primo tempo, Mattia Giani – 26 anni – attaccante del Castelfiorentino United, si è portato una mano al petto e ha perso i sensi. Il dramma è avvenuto la scorsa domenica pomeriggio allo stadio comunale di Campi Bisenzio.
Da allora una corsa disperata, che non è valsa a salvargli la vita. Nella mattinata di lunedì – 15 aprile – è arrivata la notizia del decesso dall’ospedale Careggi di Firenze, dove i medici hanno fatto un ultimo tentativo di strapparlo alla morte. Il match contro il Lancillotto è stato, ovviamente, sospeso, mentre dagli spalti i familiari accorsi per festeggiare il rientro di Mattia sono passati – in un attimo – dalla gioia alla disperazione più totale.
I dubbi di papà Sandro
Ora, però, il dolore lascia spazio alla voglia di sapere se sia stato fatto davvero tutto il possibile per salvare la vita a un giovane sportivo, ricordato da tutti come una persona esemplare, dentro e fuori dal campo. Ad accendere un faro sui soccorsi è il papà di Mattia, Sandro Giani.
In un’intervista al Corriere della Sera, il papà del 26enne ha raccontato quei minuti concitati, prima che Mattia venisse trasferito in ospedale. “So solo che il medico su quel campo non c’era. La prima ambulanza del 118 è arrivata senza medico dopo 15 minuti. Il massaggiatore del Castelfiorentino ha fatto un massaggio cardiaco a Mattia, poi è scesa anche una spettatrice che lavora come infermiera. Il defibrillatore c’era, ma è stato usato solo dal medico trasportato dalla seconda ambulanza”.
Le parole di Sandro Giani sono state smentite dall’Asl, che ha riferito che l’ambulanza ha impiegato otto minuti per raggiungere il campo. Non solo, lo staff del Lancillotto, la squadra contro cui si disputava la partita, ha riferito che i medici erano a bordo campo. Toccherà quindi alla Procura, nel caso in cui si decidesse di aprire un’inchiesta, di far luce su quanto accaduto e accertare se vi siano state o meno delle negligenze nella catena dei soccorsi.