Il 2023 non è nemmeno finito, siamo al nono mese e l’incremento dei morti sul lavoro è dello 0,8 percento rispetto al 2022. Tanto per sintetizzare. È un fenomeno ormai stabile quello delle morti bianche e proprio non si riesce ad invertire la tendenza. O, forse, non si vuole. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre ha diffuso l’indagine realizzata dal proprio team di esperti: “La cultura della sicurezza, purtroppo, non rientra nelle priorità di moltissime realtà imprenditoriali”.
Nei primi 6 mesi dell’anno 559 morti sul lavoro: quali sono le città più “pericolose”
Un vero e proprio bollettino di guerra
“Mancano pochi mesi alla fine del 2023 e i numeri, così come le incidenze della mortalità sul lavoro, narrano ancora uno dei capitoli più tristi della storia contemporanea. Da anni non si riesce ad invertire significativamente la rotta“, dice Rossato. E sottolinea: “La cultura della sicurezza, purtroppo, non rientra nelle priorità di moltissime realtà imprenditoriali. Perché altrimenti non si spiegherebbe l’andamento infortunistico nel nostro Paese. E la testimonianza di questa emergenza viene confermata dall’incremento, seppur minimo, del numero delle vittime rilevate in occasione di lavoro con un +0,8% rispetto allo scorso anno. Questo indica la stabilità del fenomeno e non, purtroppo, un’inversione di tendenza“. Secondo i dati le regioni da maglia nera sono Umbria, Abruzzo, Basilicata e Puglia, con una media superiore del 25 percento rispetto a quella nazionale. A seguire Campania, Friuli, Calabria, Sicilia, Trentino, Piemonte, Marche e Liguria. Minore incidenza invece per Veneto, Sardegna, Lombardia, Valle D’Aosta, Emilia Romagna e Lazio. Di lavoro si muore raramente invece in Toscana e Molise.
Morti sul lavoro, nel 2023 già 450 vittime, 33 nel Lazio: incidenza altissima tra i giovani
Il report al microscopio
Se guardiamo alla relazione dell’Osservatorio rispetto all’età dei lavoratori nel panorama nazionale capiamo che per i lavoratori di età compresa tra i 16 e i 24 anni il rischio di morire durante le proprie mansioni è il doppio rispetto alla fascia successiva, quella 25/30. Il dato sui lavoratori anziani è peggiore: L’incidenza rispetto alla mortalità sul lavoro nella fascia tra i 55 e i 64 anni è maggiore di quella dei giovanissimi. 1 su 5 invece sono gli stranieri in ordine alla totalità delle vittime. Un vero e proprio cimitero di lavoratori stranieri. Per quanto riguarda i numeri assoluti sono 657 le morti bianche in Italia nel 2023. Lombardia in testa con 85 vittime. Il Lazio è al quarto posto con 41 deceduti.