Nuda e sanguinante: così è stata trovata prima dell’alba di lunedì 20 marzo una donna in via Carlo Pisacane, a Pomezia.
La donna, una transessuale extracomunitaria, era riuscita a nascondersi nell’androne di una palazzina dopo essere sfuggita a una selvaggia aggressione.
Dal racconto di alcuni testimoni, poi confermato dalle forze dell’ordine che hanno raccolto la testimonianza della vittima, pare che la transessuale sia stata piacchiata violentemente con un bastone.
“Abbiamo sentito un terribile trambusto provenire da un’automobile, dove c’erano due persone. Una delle due stava picchiando l’altra con qualcosa, forse un bastone – hanno raccontato alcuni abitanti del palazzo – e abbiamo sentito un uomo che ha urlato “io ti ammazzo”. L’auto, non appena il conducente si è accorto che noi ci eravamo affacciati, è partita dirigendosi verso il boschetto che si trova a pochissima distanza dalla nostra casa. Pochi minuti dopo è stato suonato al mio citofono e a quello di altre persone: era la vittima, che era riuscita a scappare dall’auto e voleva salvarsi dalla furia dell’uomo. Abbiamo aperto, così è entrata nel portone per nascondersi, lasciando dietro di sé una scia di sangue sia sul pavimento che sui muri dove si era poggiata. Abbiamo quindi chiamato i carabinieri e l’ambulanza per prestarle soccorso”.
La piccola palazzina si trova in una zona isolata, a ridosso della Pontina, vicino al bosco, ed ha una corte privata che la vittima ha visto come un’ancora di salvezza.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che hanno trasportato d’urgenza la vittima al pronto soccorso della clinica S. Anna di Pomezia, dove è ancora ricoverata in gravi condizioni a causa delle numerose percosse subite e delle ferite riportate, ma non in pericolo di vita.
Ai carabinieri, intervenuti direttamente al S. Anna, ha raccontato di essere stata rapinata, ma gli inquirenti non sono convinti che la versione fornita corrisponda al vero e stanno indagando per capire se la donna, di origine sudamericana, sia dedita alla prostituzione e se l’aggressione subita non sia invece un regolamento di conti o nasconda qualcosa di ancora più grave.