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MINACCIATO DI MORTE IL CANDIDATO ALBERTO SGRO’

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Minacce di morte ad Alberto Sgrò, il candidato consigliere comunale che lo scorso 11 maggio aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica per presunti brogli elettorali. Ieri mattina l’esponente dell’UDC ha ricevuto dalle mani del postino una lettera minatoria con la scritta “Infamone, se fai saltare banchetto questi sono i risultati” e la fotocopia di due proiettili, che sembrano essere un calibro 9 ed un calibro 7,65, i quali lasciano intendere una minaccia di morte qualora la denuncia non venga ritirata. All’indomani delle elezioni, i due seggi spettanti alla lista dell’UDC sono stati assegnati Alberto Montesi e Policarpo Volante, ma Sgrò, supponendo che quest’ultimo sia stato eletto a suo discapito, ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica. “Il candidato a consigliere dell’UDC Sgrò Alberto – si legge nell’esposto scritto dal legale – dopo aver registrato il successo elettorale alla chiusura dei 30 seggi attraverso i suoi collaboratori che hanno riportato le singole preferenze ricevute, al mattino seguente ha constatato che i voti rilevati dal proprio staff erano misteriosamente spariti dalla conta. Secondo le rilevazioni fatte la sera prima, Sgrò risultava assegnatario del secondo seggio spettante all’UDC ed invece la mattina seguente si è visto scavalcato di più posizioni”. “Non mi impressionano le minacce – ha dichiarato Alberto Sgrò, che in passato ha ricoperto il ruolo di assessore e di consigliere comunale di Ardea – La cosa che mi ha dato più fastidio è l’aggettivo “Infamone”: io sono una persona corretta e non tollero accuse del genere da parte di alcuno. Per questo ho denunciato subito il fatto ai carabinieri della Tenenza di Ardea, i quali che hanno attivato le indagini per arrivare a scoprire chi ha inviato questa lettera anonima. Sono certo che i carabinieri risolveranno questo caso, che è legato secondo me alla denuncia presentata per i presunti brogli elettorali”. Ed il lavoro degli inquirenti risulta facilitato dal fatto che l’indirizzo ed il nome del destinatario della lettera è  scritto a mano. Va ricordato che ad Ardea non è la prima volta i  politici ricevono minacce di morte: in passato, però, le lettere minatorie contenevano proiettili veri e non fotocopiati.

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