La Procura di Palermo ha richiesto l’arresto per la compagna di Matteo Messina Denaro: la donna è una maestra di scuola
Sono terminate le indagini attorno al periodo di latitanza legato a Matteo Messina Denaro. In queste ore è arrivata la richiesta della Procura di Palermo per LB, maestra di una scuola nel siciliano e soprattutto compagna di vita del boss mafioso. La donna, secondo le indagini svolte, avrebbe coperto il criminale durante il lungo periodo di latitanza, in una vicinanza peraltro immortalata anche da fotografie e frame in possesso degli investigatori.
Richiesta la condanna della compagna di Matteo Messina Denaro
Come scrive l’Ansa, la Procura di Palermo ha richiesto 15 anni di carcere per la donna. Secondo le indagini effettuate dai magistrati antimafia, l’insegnante aveva una cattedra presso una scuola di Campobello di Mazara e soprattutto era la compagna di Matteo Messina Denaro. Posizione che avrebbe permesso alla donna di vedere il boss quotidianamente, in un periodo di latitanza che principalmente si stava svolgendo in Sicilia.
Le accuse contro la donna da parte della Procura di Palermo
La donna, già legata per la figura del padre al mondo mafioso, avrebbe aiutato Matteo Messina Denaro nelle proprie faccende. L’accusa posta dalla Procura di Palermo è di associazione mafiosa, con la donna che sarebbe diventata, grazie al legame amoroso, una delle principali collaboratrici del criminale. E’ ipotizzabile come portasse avanti numerose attività per conto del compagno, nonostante lui girasse indisturbato per la Sicilia con piccoli camuffamenti e soprattutto il cambio d’identità sui documenti di riconoscimento.
Le indagini sulla vicenda, orma da quasi un anno, sono state effettuate dai pm Piero Padova e Gianluca De Leo. L’obiettivo dei magistrati è ricostruire accuratamente le dinamiche legate alla latitanza di Messina Denaro, ma soprattutto cercare di comprendere quei volti che hanno avuto contatti con lui durante quel periodo: una lista che si rivelerebbe molto lunga, considerato come il boss partecipava anche a eventi mondani nonostante il proprio stato di ricercato.