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MENSE SCOLASTICHE, DUBBI SUI “TORTELLINI”

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Mense più vegetali: la proposta

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Tortellini andati a male nelle mense scolastiche di Ardea? E’ questo il timore che da qualche giorno corre tra i genitori. Sull’argomento si sono espressi gli “Amici di Ardea”, che sul loro blog hanno pubblicato l’articolo che riportiamo integralmente.

Mentre la commissione mensa raggiungeva l’asilo sono arrivate le telefonate dalla scuola di S. Antonio e da quella di via Varese: stesso problema; i bambini non mangiavano il primo piatto perché di sapore sgradevole. Arrivata in pochi minuti la commissione ha potuto verificare di persona lo sgradevole odore di rancido emanato dal piatto e ancor più l’acidulo sapore del ripieno dei tortellini. Senza autorità ispettiva, né autonomia riconosciuta nell’attuare adeguate procedure di controllo e tanto meno prassi di urgenza, fin da subito il presidente della commissione ha tentato di mettersi in contatto con il dirigente dei servizi educativi che tuttavia non ha risposto al cellulare. Deve averlo fatto però rispondendo forse al Sindaco o all’assessore Petricca, che in sua vece sono stati contattati e si è premurato, loro tramite, di far sapere di aver attivato le misure necessarie, ma egual premura ha avuto nell’evitare di rispondere agli ulteriori tentativi di comunicare effettuati da parte del presidente della commissione.

Commissione mensa che nel frattempo si è preoccupata di ritirare dai tre plessi altrettante confezioni integre del piatto (confezionato in atmosfera protettiva) che sono state sigillate e conservate nel frigorifero della scuola di via Varese, a disposizione dell’amministrazione comunale.

Seri dubbi ha suscitato nella commissione l’etichetta apposta sulle confezioni.

Ogni portata, separatamente confezionata, riportava identico numero di lotto. Difficile immaginare come la ditta appaltatrice possa garantire attraverso quel numero una completa rintracciabilità del prodotto e per svariati motivi: primo perché, come detto, è identico per tutte le portate e in tutti i plessi i cui sono stati serviti i pasti, secondo per via della quantità di piatti prodotti: se si è disposti a credere che i tortellini provenissero tutti dallo stesso lotto (si tratta di circa 400 confezioni di tortellini secchi utilizzati), difficile è pensare a 35 Kg di prosciutto cotto provenienti da uno stesso coscio di maiale. Interpellata l’azienda i responsabili della commissione hanno richiesto i documenti di rintracciabilità della produzione del giorno, ma questi non sono mai arrivati.

Sorvolando sulla temperatura di servizio del primo piatto di circa 30 °C inferiore a quella prevista dalle norme, grossi dubbi si rilevano semplicemente dalla lettura degli ingredienti utilizzati per i tortellini. La presenza di grassi vegetali non meglio identificati, ma ancor di più di glutammato monosodico lascia assai perplessi trattandosi di alimentazione per l’infanzia.

Il glutammato monosodico è un additivo alimentare utilizzato a livello industriale per insaporire i cibi confezionati e per la preparazione dei dadi da brodo, vegetali o di carne. Il glutammato monosodico fa male alla salute? Le posizioni al riguardo sono molto diverse. Il suo consumo è stato correlato alla comparsa di obesità, intolleranze, allergie, sensibilizzazioni, sintomi momentanei e patologie degenerative molto gravi. È possibile reperire in proposito studi, ricerche e pareri del tutto favorevoli o completamente contrari al suo consumo e impiego. Non sarebbe meglio evitare dunque? Il glutammato monosodico utilizzato dall’industria alimentare non è poi per nulla naturale. Mentre inizialmente veniva estratto da alcuni cibi, come le alghe, ora viene ottenuto completamente grazie alla sintesi chimica.

Altro dubbio deriva dalla scritta “INGREDIENTI DA CAPITOLATO”; ma quale capitolato?
Quello della gara recente non è ancora attivo perché l’appalto non è stato ancora ufficialmente riassegnato alla Sodexo (capitolato che prevede utilizzo di tortellini freschi surgelati), quello del vecchio appalto è decaduto per scadenza del contratto, quindi a quale contratto allude il responsabile della ditta, interpellato all’uopo, affermando che se ne sta adottando un altro?
E come sono approntate le grammature dei piatti?
Sono differenziate tra bambini dell’asilo e i più grandi della scuola elementare?
Quali ingredienti sono utilizzati nella preparazione?
Sono scritti sul capitolato fantasma?
Perché in quello nuovo non se ne fa menzione tanto che siamo curiosi di vedere come sarà preparata “la pasta al profumo di tonno” o le “penne rosè” !

Nel frattempo, ad Ardea 2 (Tor San Lorenzo), gli stessi bambini rifiutavano il primo e le maestre, allertata l’azienda, hanno chiesto un piatto in sostituzione (pennette in bianco) arrivato troppo tardi per essere consumate.
Ad Ardea 2 la situazione è paradossale: per un ritardo nella designazione dei membri la commissione mensa non è stata formata e pare che occorreranno i normali tempi di scadenza per eleggerne un’altra.
Situazione assurda e paradossale. Come si fa a trascurare un fatto così delicato?
Come può la burocrazia giocare con la salute dei bambini?

Questa mattina la commissione mensa di Ardea 3 ha fatto la spola tra via Crispi e via Garibaldi tentando invano di intercettare il dirigente ai servizi educativi; tutta sua la scelta di Sodexo per la terza volta consecutiva, del menù a capitolato, del dettato delle caratteristiche merceologiche delle derrate, della totale assenza delle ricette per la preparazione e delle grammature. Solo lui e per sua precisa scelta l’unico referente del comune responsabile a tenere i rapporti con la ditta.
Lui e lui solo deputato ad analizzare con il responsabile della ditta appaltatrice stessa le controversie e i rapporti delle commissioni mensa.
Lui e lui solo con potere decisionale su tutto ciò che riguarda il pasto dei nostri bambini. Strano che in un momento di emergenza come quello di ieri e dopo “la caccia alla Staffelli” di questa mattina si sia ben guardato dall’incontrare le mamme preoccupate che fanno parte della commissione; strano che sia dovuto intervenire il sindaco, unico personaggio della politica rutula che non si sia sottratto ad alcuna responsabilità, ricevendo la commissione, ascoltando con sconcerto e convocando d’urgenza il dirigente.
A noi genitori non resta che sperare, o “piangere” come diceva il grande Troisi; sperare che tutto non finisca come l’episodio del pollo crudo servito ai bambini lo scorso 28 novembre giudicato “rosato” dal responsabile Sodexo e con la parte rosso sangue attaccata all’osso come presenza di coloranti usati nei mangimi. Se questo è indice della serietà con la quale amministrazione rutula e Sodexo insieme si fanno carico dei rilievi della commissione mensa più serio sarebbe abolirle del tutto.

La carne di pollo cruda è uno dei vettori preferiti dalla salmonella. La Salmonella è un agente batterico comunemente isolato nel caso di infezioni alimentari, sia sporadiche che epidemiche. Le infezioni provocate da questo batterio si distinguono in forme tifoide e forme non tifoide. Nelle prime l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo; mentre le seconda sono causate da salmonelle minori responsabili di forme cliniche con manifestazione, sopratutto, a livello gastrico. I sintomi della salmonella si presentano, particolarmente, a livello gastrointestinale, fino a forme più gravi, che colpiscono ossa e meningi (sopratutto in soggetti più fragili come anziani e bambini). È indispensabile, quindi, che la temperatura interna del pollo, rilevata con il termometro per carne, sia di 85 gradi; qualora non si disponga di temometro idoneo ci si deve accertare che non ci sia presenza di parti rosate o sangue, tipicamente visibile in prossimità delle ossa, ossia quelle parti che sono meno esposte al calore nella fase di cottura.

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