Sono 110 i migranti che questa notte sono stati trasferiti, su ordine del prefetto di Roma, nell’hotel/residence 3C, a S. Palomba. La Prefettura è intervenuta su indicazione del Ministero dell’Interno, autorizzando l’occupazione della struttura che si trova in via Fiorucci, di fronte alla nuova scuola media, da parte di un centinaio di profughi sbarcati nei giorni scorsi in Sicilia. Questa mattina gli abitanti del quartiere, non avendo ricevuto nessuna comunicazione da parte del Comune, hanno manifestato la loro preoccupazione per quella che inizialmente è sembrata un’invasione. “Abbiamo visto un insolito via vai – hanno dichiarato alcuni cittadini – Decine e decine di stranieri hanno occupato gli appartamenti ed adesso girano qui intorno con l’aria spaesata”. Il residence, spiegano gli abitanti del quartiere, era inutilizzato da qualche tempo, mentre sono rimasti in funzione il piccolo supermercato ed il bar sottostanti “E’ arrivata un’autobotte di acqua potabile; abbiamo visto numerosi miniappartamenti con i balconi pieni di panni stesi – hanno proseguito i residenti – Abbiamo provato a chiedere informazioni al Comune, sia alla segreteria del sindaco che alla polizia locale, ma nessuno ci ha risposto. L’unica cosa che ci è stata detta è di rivolgerci al prefetto. Questa è l’ennesima dimostrazione che noi non siamo assolutamente considerati come cittadini: perché non siamo stati informati che il quartiere sarebbe stato invaso da extracomunitari che, non volendo essere assolutamente razzisti, non sappiamo comunque chi siano, se sono pregiudicati o brave persone? Noi, visti i tanti problemi di sicurezza che questo quartiere già ha, non vogliamo che si corrano ulteriori rischi”. Il timore tra la gente riguarda anche le condizioni igienico sanitarie. “Abbiamo paura, con tutto quello che si sente in questi giorni: che ne sappiamo, noi, da dove provengono queste persone?”. Ma la Prefettura rassicura: “Si tratta di una situazione emergenziale legata all’operazione Mare Nostrum. Non c’è nulla di cui preoccuparsi: non sono persone pericolose o clandestini che devono essere espulsi, ma persone richiedenti protezione internazionale, l’unica cosa che si aspettano è la solidarietà”. Nessuna informazione precisa riguardo ai tempi di permanenza a Pomezia. “Sono state avviate le procedure di richiesta di asilo politico, ma i cittadini devono stare tranquilli: questa gente ha tutto l’interesse a comportarsi bene, proprio perché richiede una sistemazione definitiva, in Italia o in Europa. Non hanno commesso alcun tipo di reato e non hanno malattie infettive. La situazione è quindi sotto controllo”. Nello specifico, si tratta di 110 immigrati (46 uomini e 64 donne) per i quali sono state aperte le procedure di asilo politico nel Comune di Pomezia. I 24 nuclei familiari di migranti sono formati da 73 adulti e 37 minori accompagnati, in maggioranza provenienti dalla Siria e dall’Eritrea, ed erano sbarcati ieri mattina alle 7.00 a Taranto. La nella notte scorsa sono stati trasferiti su un pullman scortato dalla Questura e portati a Pomezia presso il residence 3C, gestita dalla cooperativa sociale Domus Caritatis che seguirà gli ospiti in un percorso di integrazione e inserimento lavorativo. La struttura dovrebbe essere presidiata 24 ore su 24 da operatori sociali e personale addetto alla sicurezza e finanziata da fondi della Comunità europea. Assistenti e operatori sociali, avvocati, docenti di italiano per stranieri, educatori, mediatori linguistici e culturali seguiranno i 110 immigrati. Immediati i controlli sanitari che continueranno nei prossimi giorni. Per tutte le ulteriori informazioni ai cittadini, la Prefettura rimanda comunque al sindaco di Pomezia, preavvertito della sistemazione dei migranti. Questa mattina intorno alle 11 Fabio Fucci si è recato a S. Palomba, ma non ha rilasciato alcuna informazione ai cittadini presenti.
“Questa novità riporta l’attenzione sui problemi del quartiere – ha dichiarato un abitante – La nostra è una zona già piena di disservizi ed estremamente penalizzata, molti dei residenti vogliono fuggire ma questo è reso impossibile proprio a causa della situazione tragica del quartiere, dove sta diventando ormai impossibile vendere casa. Questa vicenda rischia di dare il colpo di grazia alla popolazione e al quartiere in generale. Il nostro sospetto è che il Comune di Pomezia abbia rilevato in qualche modo la struttura alberghiera per accogliere profughi, e abbia deciso di sistemarli nella zona. Non sono poche le notizie che quotidianamente si leggono nei giornali di atti di criminalità causati dai ‘profughi’ nei Comuni ove vengono accolti; senza contare che sicuramente il loro mantenimento graverà sulla popolazione. Il Comune “della trasparenza”, così attento ad informarci dell’ estate pomentina e del rifacimento delle segnaletiche, non ha comunicato niente in merito. Perché non ci hanno informato? Io, onestamente, sono disperato. Ho comprato casa nel 2007 a 160mila euro e ora sto cercando di venderla a 90mila per poter fuggire da qui, ma invano. Quello di oggi magari sarà solo un problema apparente, ma la situazione generale ci fa ormai tenere alta l’attenzione su qualsiasi avvenimento”.
Da giorni, raccontano altri cittadini, la struttura era oggetto di lavori di riorganizzazione dopo mesi di abbandono e di contenziosi per un cambio di destinazione d’uso. In pochissimo tempo la Prefettura ha effettuato lavori presso la struttura per l’allaccio dell’energia elettrica e dell’acqua. E i residenti mostrano il loro disappunto, ricordando che “nel nostro quartiere ci sono anche 1500 famiglie di indigenti che Veltroni sindaco spedì qui. Noi non ce l’abbiamo con nessuno, ma è evidente che a molti di noi viene negata l’acqua potabile, mentre in appena una settimana il residence ha tutti gli allacci. Per non parlare poi della popolazione di prostitute che occupano la via Ardeatina, già devastata dal traffico dei tir. Non è un fatto di razzismo o di provenienza: semplicemente ne abbiamo abbastanza di essere noi i discriminati”.