Tra i reati contestati c’è anche una tentata violenza sessuale da parte di un agente nei confronti di un detenuto.
Oltre ai tredici agenti arrestati, altri otto sono stati sospesi dal servizio.
Maltrattamenti e torture nel carcere minorile
Terremoto al carcere minorile Cesare Beccaria di Milano. Ventuno agenti sono finiti nel mirino di un’indagine per presunti maltrattamenti e torture ai danni dei detenuti della casa circondariale lombarda. Tredici agenti, dei quali 12 erano ancora in servizio, sono stati arrestati. Altri otto sono stati sospesi dal servizio.
Le accuse a carico degli indagati sono pesantissime. Gli agenti devono rispondere, a vario titolo, di concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall’abuso di potere, concorso nel reato di falso ideologico. A uno degli indagati viene anche contestata una tentata violenza sessuale commessa nei confronti di un detenuto.
I reati contestati sarebbero stati commessi a partire dal 2022. Le indagini sono partite in seguito ad alcune segnalazioni fatte al garante dei detenuti. Grazie all’installazione di telecamere nascoste all’interno dell’istituto, è stato possibile raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati.
“Su quello che è successo al carcere minorile Beccaria di Milano non posso ancora esprimere giudizi precisi. Però un giudizio più generico lo esprimo, cioè che il Beccaria è stato abbandonato per anni e anni, senza una direzione”. Sono le parole del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sull’inchiesta per torture e violenze nel penitenziario minorile di Milano.