Politica sconvolta dal secondo filone di Mafia Capitale: all’alba di giovedì la procura di Roma e i carabinieri del Ros hanno portato avanti una nuova maxi-retata con 44 arresti (19 in carcere e 25 ai domiciliari) e altri 21 indagati a piede libero. Nel mirino dell’inchiesta sul «Mondo di mezzo» è sempre il gruppo di Massimo Carminati, l’ex terrorista dei Nar in carcere dallo scorso dicembre a capo dell’organizzazione mafiosa che gestiva il business dei campi di accoglienza per migranti grazie a lunghe ramificazioni politiche sgominata con i 37 arresti dello scorso 2 dicembre.
Tra i 44 arrestati figurano molti nomi eccellenti: l’ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti (Pd), e il capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, Luca Gramazio.
In carcere anche il presidente della commissione Patrimonio, Pierpaolo Pedetti, i consiglieri capitolini Massimo Caprari (Centro democratico) e Daniele Ozzimo (ex assessore alla Casa e consigliere del Pd, dimessosi proprio dopo l’avvio delle indagini) e l’ex capo dipartimento delle Politiche sociali del Comune Angelo Scozzafava.
Ai domiciliari, invece, Giordano Tredicine (vicepresidente del consiglio comunale e vicecoordinatore di Forza Italia per il Lazio); l’ex presidente del X Municipio (Ostia), Andrea Tassone; Fabio Stefoni, il sindaco di Castelnuovo di Porto, Comune dell’hinterland dove ha sede un Cara (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo). Ai domiciliari anche dirigenti e funzionari: Guido Magrini, responsabile del dipartimento Politiche sociali della Regione Lazio, e Mario Cola, dipendente del dipartimento Patrimonio del Campidoglio. In carcere Franco Figurelli, che lavorava nella segreteria di Coratti. Infine ai domiciliari è finito anche il noto costruttore romano D. P.
Interventi tuttora in corso nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Catania e Enna. Coinvolta anche la provincia di Latina.
Sotto accusa anche gli appalti per la gestione dei flussi migratori. Una delle 44 misure cautelari, richieste dalla Dda di Roma e disposte dal gip Flavia Costantini, è stata eseguita ad Aprilia.
Ai domiciliari l’apriliano Marco Bruera, 22 anni, collaboratore di Luca Odevaine, ex capo di gabinetto di Veltroni. Bruera, insieme allo stesso Odevaine e ad altri, è accusato di corruzione nell’ambito della gestione dei migranti. Secondo gli inquirenti, Luca Odevaine, nella qualità di appartenente al tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale e di presidente della commissione aggiudicatrice della gara per i servizi relativi del centro di Mineo (provincia di Catania), avrebbe favorito, in cambio di mazzette le coop del gruppo La Cascina. A quanto pare, l’apriliano avrebbe partecipato agli illeciti nella qualità di collaboratore di Odevaine. Sembra che a consegnare le mazzette pagate dagli imprenditori a Odevaine sarebbe stato proprio il 22enne, incaricato della predisposizione della documentazione fittizia finalizzata a giustificare l’ingresso delle somme nelle casse delle fondazioni e delle società riferibili all’ex capo di gabinetto. Una serie di operazioni iniziate nel 2011 e andate avanti fino allo scorso anno.